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La rivincita dei Rider: 730 milioni di euro di multe alle aziende e obbligo di assunzione

Pubblicato il 24/02/2021 16:56

Ammende per 730 milioni di euro e obbligo di assumere 60mila rider. Sono questi i numeri dell’inchiesta che coinvolge le principali piattaforme di consegna di cibo e che ha portato la procura di Miano a indagare sei persone. Adesso gli oltre 60mila rider dovranno avere un nuovo contratto di lavoro: vanno assunti, non possono essere considerati lavoratori autonomi. Come riporta Il Tempo, “l’indagine – coordinata dall’aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti – ha preso in considerazione l’intero territorio nazionale e ha affrontato la sicurezza non solo dal punto di vista giuridico, ma anche sul piano assicurativo e contributivo servendosi del contributo dei carabinieri specializzati in materia di lavoro, Inail e Inps”. (Continua a leggere dopo la foto)

“L’indagine si è imposta rispetto a un fenomeno sotto gli occhi di tutti. Capita a chiunque di osservare la situazione di modesta sicurezza in cui sono costretti i rider privi di abbigliamento adeguati o biciclette senza fari. La presenza di incidenti e infortuni ci ha imposto di andare a verificare quale tipo di rapporto di lavoro ci fosse e su chi gravasse l’onere della sicurezza del lavoratore”. (Continua a leggere dopo la foto)

Imponente lo sforzo degli inquirenti che ha permesso attraverso formulari standard di sentire fino a mille fattorini al giorno e “di fotografare una realtà identica sovrapponibile in piccole e grandi città”. Il lavoro “viene assegnato dalla piattaforma in modo proporzionale all’attività, quindi se ti ammali o intendi riposare immediatamente le tue quotazioni scendono e vieni chiamato di meno. Il lavoro ha ritmi insostenibili, con tutele francamente inaccettabili”. (Continua a leggere dopo la foto)

Un tema che sul fronte della sicurezza ora obbliga le aziende coinvolte “a sottoporre i lavoratori a visita medica per accertarne l’idoneità, alla dotazione di mascherine e a fornire mezzi di trasporto idonei”. Una vittoria, insomma, per i tanti rider che finalmente potranno vedere riconosciuti i loro diritti.

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