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Iscrizione alla centrale rischi di privati ed aziende come cattivi pagatori

Pubblicato il 16/03/2021 10:11 - Aggiornato il 23/06/2023 11:52

di Roberto Levi.

Dal 1° gennaio 2021 sono entrate in vigore le nuove norme europee che stabiliscono quando si diventa “cattivo pagatore” con la conseguenza di essere iscritti alla Centrale dei Rischi o nei SIC (Sistemi di Informazione Creditizia) che in Italia al momento sono: Crif, Cerved Group, Experian, CTC e Assilea. 

In base a tali nuove norme, le banche e tutti gli altri intermediari finanziari dovranno adeguarsi per effettuare le richieste segnalazioni (attenzione perché qualche banca si è già adeguata). Questo comporta importanti cambiamenti nel rapporto tra istituto bancario e correntista. 

Le novità sono state introdotte a livello europeo al fine di armonizzare la materia in tutti gli Stati membri con il Regolamento n. 171/2018 della Commissione Europea i cui punti focali sono l’applicazionedella definizione di default del debitore e quella di “soglie di rilevanza” superate le quali si viene segnalati come cattivi pagatori.
Vediamo allora quali sono le nuove definizioni di default e quali sono le nuove soglie di rilevanza.

La nuova definizione di default del “cattivo pagatore”

L’articolo 178 del Regolamento (UE) n. 575/2013 sancisce la definizione di default.
Un debitore è considerato cattivo pagatore in stato di default se ricorre almeno una delle seguenti due condizioni:
a. condizione oggettiva – il debitore è in arretrato da oltre 90 giorni consecutivi nel pagamento del debito creditizio;
b. condizione soggettiva o inadempienza probabile – l’intermediario giudica improbabile che il debitore adempia integralmente alla sua obbligazione creditizia, senza il ricorso ad azioni legali quale l’escussione delle garanzie.

Le nuove soglie di rilevanza
Chiarite le nuove definizioni e condizioni oggettive e soggettive di default, è bene illustrare quali siano le nuove soglie di rilevanza dell’indebitamento da non superare per non essere iscritti alla Centrale dei rischi o nelle SIC.
Le nuove soglie sono le stesse su tutta l’area Ue e sono differenti in base alla tipologia di debitore. E’ stata fatta una distinzione, infatti, tra:
• Clienti privati (esposizioni al dettaglio);
• Imprese (altre esposizioni). Le nuove soglie di rilevanza sono diventate più stringenti e sono state definite in termini assoluti e relativi. Nello specifico, tali limiti sono:
• in termini assoluti: pari a 100 euro per le esposizioni al dettaglio e 500 euro per le altre esposizioni anche se le autorità competenti possono fissare un ammontare inferiore);
• in termini relativi: pari all’1% dell’importo complessivo di tutte le esposizioni del debitore verso qualsiasi tipologia di banca o intermediario creditizio e finanziario.

Quando si diventa “cattivi pagatori”
Definite le condizioni e le soglie di rilevanza, quando si può essere segnalati alla Centrale dei rischi o nelle SIC come cattivi pagatori? In base alle nuove regole, si viene segnalati quando le soglie di rilevanza vengono superate per 90 giorni consecutivi che salgono a 180 per le amministrazioni pubbliche. I giorni vengono conteggiati proprio a partire dal superamento dei limiti. 

Come si può vedere a fronte di 100 euro di scoperto sul conto, si riceverà una comunicazione dalla banca per la regolarizzazione della propria situazione che potrà avvenire con lettera raccomandata ma anche via SMS qualora al momento della stipula del contratto di apertura del conto corrente, si sia autorizzato anche questo ultimo mezzo di comunicazione. Tuttavia, vediamo in dettaglio, le regole sul default attualmente in vigore. 

Occorre, inoltre, prestare attenzione sul fatto grave che, in caso di scoperto, non è più possibile compensare gli importi scaduti con le linee di credito aperte e non utilizzate (margini disponibili). In altre parole, la segnalazione scatterà anche se il debitore possiede altre disponibilità finanziarie su altre linee di credito non utilizzate o parzialmente utilizzate presso altre banche.
PER ESEMPIO: Se nei confronti della banca, il titolare del conto corrente è in attivo con 2.000 euro sul conto ma ha un debito di 120.000 Euro per un mutuo ipotecario concesso per l’acquisto di una casa e non ha onorato il pagamento di una rata di almeno 1.200 euro per 90 giorni consecutivi (ovvero l’1% di 100.000), viene considerato e segnalato come un cattivo pagatore. E chi non ha mai comprato un televisore o una lavatrice utilizzando una linea di finanziamento proposta dal venditore !

Il blocco degli addebiti automatici dal conto corrente 

In questi casi, il rischio per il correntista è che gli addebiti automatici presenti sul conto potrebbero non essere più consentiti sui conti correnti se non coperti da liquidità sufficienti, la decisione spetta al singolo istituto bancario. Per molti italiani, soprattutto alle prese con le conseguenze economiche subite a causa della prigionia nel periodo da Covid-19, si potrebbe prospettare il rischio di uno stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, rate di finanziamenti, etc.
Altra caratteristica da rilevare è l’introduzione dei seguenti due valori:
• “soggetto debitore con contagio da obbligazione congiunta”;
• “soggetto debitore senza contagio da obbligazione congiunta”. Nel primo caso, se vi è un’esposizione creditizia in default che è cointestata, lo stato di default si estende anche alle esposizioni dei singoli cointestatari. Di contro, se tutti i cointestatari sono in default, lo stato di default si estende automaticamente anche a quelle esposizioni che li vede cointestatari. Quando si esce dallo stato di default Nella relazione illustrativa citata della Banca d’Italia è chiarito che, in base alle nuovenorme, “un’esposizione precedentemente classificata in stato di default può essere riclassificata ad uno stato di non default laddove siano trascorsi almeno tre mesi dal momento in cui la condizione per la classificazione in stato di default non è più soddisfatta”. Da notare, sul punto, che il fatto di aver regolarizzato la propria posizione e che la propria esposizione creditizia non sia più in stato di default, non significa che automaticamente il nome del debitore possa essere cancellato dalla Centrale Rischi o dagli altri SIC in tempi accettabili.
Non solo l’uscita dallo stato di crisi non provoca l’automatica revisione della posizione negativa da parte della singola Banca o Istituto di credito.

Verificare in anticipo la propria posizione di credito/debito con la banca 

Chi può rischiare di trovarsi in una situazione di possibile segnalazione è opportuno che verifichi al più presto la sua posizione verso l’istituto di credito. In particolare, è importante verificare tempi e limiti di spesa delle proprie scadenze. E’ bene contattare il direttore di banca o il proprio gestore di relazione per allertarlo sulla sua situazione critica e concordare eventualmente un piano di rientro. Le banche, infatti, dovrebbero essere chiamate a valutare attentamente ogni situazione prima di effettuare segnalazioni e per questo motivo il contatto con l’istituto di credito è molto importante in relazione alla valutazione della propria posizione. In pratica l’unico modo per non entrare nel girone infernale previsto da questa norma è quello di ripristinare il rapporto personale con il personale dell’Istituto di credito come avevamo negli anni ’90 che con la gestione dei conti on-line e con la rotazione veloce del personale interno alle Banche, negli anni successivi si è quasi completamente perso. La verifica costante del saldo, delle scadenze di pagamento, dei limiti di spesa e della liquidità disponibile, deve entrare a fare parte della routine settimanale del correntista. 

Le Conseguenze 

La conseguenza più importante della classificazione di un correntista come “cattivo pagatore” è sicuramente la perdita dell’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa che risulterebbe senz’altro più difficoltosa ed in certi casi impossibile. Confcommercio stima che, con l’aderenza italiana a questa norma e con la sua applicazione, almeno 420.000 piccole imprese in tutte le attività del Commercio, dell’Artigianato, dell’Industria e dei Servizi siano in serio pericolo di vita. 

Cosa chiedere al governo 

Senz’altro un intervento urgente su alcune norme in materia bancaria che, in questo contesto e caratterizzate da un eccesso di automatismi, rischiano di compromettere irrimediabilmente le prospettive di recupero dell’economia italiana. 

Il credito infatti ha assunto un ruolo cruciale, nelle fasi più acute della crisi, per assicurare la necessaria liquidità alle imprese che sono state private delle loro entrate ed investite da imponenti shock dal lato della domanda quanto da quello dell’approvvigionamento dei fattori produttivi. 

Altrettanto essenziale, sarà permettere alle Banche di pianificare il supporto del credito nella fase successiva alla crisi attuale, per sostenere le imprese nel percorso di ripristino delle condizioni di economicità dei loro business.