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Crisi d’impresa ai tempi del Covid

Pubblicato il 08/11/2020 11:05 - Aggiornato il 08/11/2020 11:06

di Vincenzo Cutraro.

La pandemia e la cattiva gestione economica collegata ad essa sta costringendo migliaia di PMI a  chiudere i battenti. Le politiche lente e farraginose per la concessione di aiuti anche a fondo perduto purtroppo non riescono a dare vero supporto alle aziende in difficoltà.

Spesso per evitare di accumulare altri debiti o finire nelle mani degli usurai si preferisce dichiarare fallimento. La spettacolarità della burocrazia italiana si contraddistingue anche in questo: anche nei momenti più difficili le lungaggini peggiorano lo stato delle cose, malgrado la pandemia non si è pensato ad una legge ad hoc sulla crisi d’impresa. 

Le procedure per mettere in liquidazione una società sono davvero lunghe e con procedure burocratiche superate e lente, anche nel caso delle start up innovative. Non può un imprenditore in difficoltà attendere mesi per chiudere una società, soprattutto se questa è in crisi. La tempistica è fondamentale per evitare suicidi e richieste di prestito agli usurai, sappiamo che ci sono degli strumenti efficaci che possono aiutare l’imprenditore in gravi difficoltà economiche come il fondo salva-suicidi. Per accederne bisogna aver chiuso l’impresa. 

È necessaria un immediato intervento per semplificare le procedure e magari vedere gli esempi all’estero dove in qualche ora si riesce ad espletare l’intera procedura. Sospendere nell’immediato il passaggio automatico dei debiti causati dallo stop per l’emergenza sanitaria che dalla società passano all’amministratore o al CDA, di conseguenza i pignoramenti.

Non è ammissibile che a causa dallo scarso intervento dello Stato con i “ristori” un’impresa debba fallire e sopperire a tutto il peso dei debiti rimasti in essere sia con i privati fornitori e con l’erario. Nel caso dei fornitori, anch’essi imprese, vanno tutelati sul credito che devono riscuotere e anche in questo manca una strategia; basterebbe compensare il credito con aiuti a fondo perduto in base alla perdita e sostegno in sgravi contributivi. 

Si deve al più presto studiare una strategia per seguire le aziende in questo percorso soprattutto con le nuove restrizioni e dare la possibilità agli imprenditori che non riescono ad andare avanti di farlo con dignità a salvaguardia della sua stessa vita e salute.