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“L’accusa è gravissima!” Ecco il motivo dietro le perquisizioni dell’Fbi a Trump. E ora son guai

Pubblicato il 13/08/2022 10:54 - Aggiornato il 13/08/2022 11:45

Donald Trump è indagato per “violazione dell’Espionage Act”, la legge sullo spionaggio, con riferimento alla conservazione illegale di alcuni documenti sensibili. Queste le accuse nei confronti dell’ex presidente Usa, che avrebbe mancato all’impegno di rimuovere e distruggere alcuni documenti ufficiali, ignorando così la legge americana. A questi capi si aggiungerebbe, secondo Repubblica, anche la possibile “ostruzione di un’indagine”, presumibilmente proprio quella per recuperare le carte che oggi sono oggetto di contestazione.

Queste le motivazioni riportate sul mandato impugnato dagli uomini dell’Fbi che si sono presentati a casa di Trump per setacciare la sua residenza in Florida. L’ex presidente, dunque, è indagato per spionaggio. Al momento il diretto interessato si è difeso attraverso i propri canali social, proclamando la propria innocenza a più riprese e puntualizzando: “I documenti sequestrati erano tutti declassificati e conservati in un posto sicuro”.

Trump ha anche sottolineato come “la notizia delle armi nucleari è un fake”, con riferimento a una notizia pubblicata dal Washington Post in prima pagina. Secondo lo stesso WP, sarebbe stato il timore che le carte “finissero in mani sbagliate” a convincere l’Attorney General Merrick Garland della necessità di procedere. Una decisione probabilmente arrivata dopo la soffiata di qualche talpa legata al magnate americano.

Insieme al mandato è stata diffusa anche la lista dei materiali sequestrati lo scorso 8 agosto: 11 faldoni di documenti classificati fra cui alcuni “top secret”, 20 scatole di oggetti, la minuta della grazia concessa all’ex consigliere Roger Stone e addirittura, ma qui si tratta di notizie non ancora confermate ufficialmente, un dossier sul presidente francese Emmanuel Macron e la corrispondenza con il leader nordcoreano Kim Jong-un. Secondo Trump si sarebbe trattato di “un raid non necessario e anti-americano”.

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