Nei Paesi Bassi sono letteralmente esplose le proteste da parte degli agricoltori. Il governo, reo di aver approvato un piano finalizzato a ridurre drasticamente le emissioni di azoto ed ammoniaca, è accusato di mettere in pericolo i loro mezzi di sussistenza. Sono migliaia gli agricoltori olandesi che hanno viaggiato in trattore da tutti gli angoli del Paese, bloccando il traffico sulle principali autostrade per poi recarsi a Stroe, un villaggio situato nella provincia di Gheldria, dove si è si è tenuta una manifestazione.
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Migliaia di aderenti alle proteste
Sono stati circa 40.000 gli aderenti che hanno espresso il loro dissenso contro il piano del governo, esponendo anche striscioni con scritte come “ciò che l’Aia sceglie è profondamente doloroso per l’agricoltore” e “non possiamo più essere fermati”. Alla protesta ne ha fatta seguito un’altra lo scorso lunedì, dove gli agricoltori, a bordo dei loro trattori, hanno nuovamente bloccato diverse autostrade dei Paesi Bassi, tanto da far sì che le autorità esortassero gli automobilisti a controllare gli aggiornamenti sul traffico prima di partire.
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Non sono mancati i disordini
Alcuni dei manifestanti hanno appiccato piccoli incendi all’esterno di almeno due municipi. Secondo quanto riportato da alcuni media locali, infatti, i contadini avrebbero dato fuoco ad alcune balle di paglia che avevano portato con sé davanti al municipio della città di Epe e di Apeldoorn. Nella successiva giornata di martedì, centinaia di agricoltori si sono recati all’Aia, dove ha sede il Parlamento, sempre per protestare contro gli obiettivi di riduzione stabiliti dal governo. I manifestanti hanno portato anche due mucche con loro, minacciando di macellarle nel caso in cui le misure contro le emissioni di azoto vengano adottate.
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I motivi della protesta
Come riportato da L’Indipendente, i motivi principali di queste proteste sono legati alle decisioni del governo, che vorrebbe ridurre le emissioni inquinanti del 50% a livello nazionale entro il 2030. Le emissioni di ossido di azoto e ammoniaca, prodotte dal bestiame, devono essere drasticamente ridotte vicino alle aree naturali che fanno parte di una rete di habitat protetti dell’Ue, che si estende nei 27 Stati membri. Gli agricoltori olandesi, però, sentendosi vessati, sostengono che altri paesi dell’UE non stiano applicando restrizioni tanto dure sul settore agricolo. Inoltre, pensano che il governo non stia fornendo una chiara visione di ciò che gli aspetta, ritendendo di essere ingiustamente presi di mira, mentre altri settori che contribuiscono alle emissioni dovranno affrontare restrizioni minori. L’Europa, dunque, inizia a ribellarsi anche sui temi comunitari.
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