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Un totale insuccesso: la Corte dei Conti distrugge il Cashback e la lotteria di Conte

Pubblicato il 28/05/2021 16:07

La Corte dei Conti punta il dito contro Cashback, super cashback e lotteria degli scontrini tanto voluti da Conte e dall’ex governo. Nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021, i magistrati contabili valutano le misure come un sostanziale flop. Si parla di “adesioni limitate e settoriali”, “difficoltà a monitorare i reali effetti economici e tributari prodotti dalla misura”, e una estenuante complessità delle operazioni necessarie per la partecipazione alla lotteria. (Continua a leggere dopo la foto)

L’analisi della Corte dei Conti, ripresa da affaritaliani.it, parla di “criticità e limiti nell’esperienza finora maturata” e “sembrerebbero sussistere difficoltà a monitorare i reali effetti economici e tributari” del cashback. Inoltre, osserva la Corte, “non sono state previste distinzioni tra i beni e servizi oggetto delle transazioni e i soggetti che rendono la prestazione: preferibile sembrerebbe, per la diffusione dei fenomeni evasivi, una soluzione che privilegi i pagamenti verso operatori medio piccoli prevedendo un incentivo differenziato”. (Continua a leggere dopo la foto)

E ancora: “La misura del premio, 1.500 euro ai primi 100 mila utenti per numero di operazioni nel semestre, appare eccessiva”. Secondo la magistratura contabile, “l’adesione alla lotteria degli scontrini è risultata al momento alquanto limitata e settoriale, concentrata nella grande distribuzione” e “un ostacolo è certamente costituito dalla complessità delle operazioni, mentre la conoscenza solo differita della vincita costituisce un’ulteriore remora alla partecipazione, affievolendo l’interesse del consumatore”. (Continua a leggere dopo la foto)

Infine, rileva la Corte, “dai primi elementi in ordine al credito di imposta del 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate, emerge che tra settembre 2020 e aprile 2021, i crediti compensati ammontano complessivamente a 3,31 milioni, coinvolgendo un numero limitato di soggetti” e “resta da valutare se la misura possa produrre gli effetti attesi con specifico riferimento alle attività economiche di minore dimensione, nelle quali si concentra la resistenza all’uso dei mezzi di pagamento elettronici”.

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