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Conte e l’arte del rimandare, mentre il Pil sprofonda e le famiglie non ce la fanno

Pubblicato il 07/07/2020 16:06 - Aggiornato il 07/07/2020 16:07

Dal 17 agosto andranno in scena migliaia di licenziamenti. Il Pil dell’Italia è stato certificato oggi come il peggiore d’Europa con stime che fanno venire i brividi. In tutto questo’, l’evanescenza del governo, qualche conferenza stampa e gli ennesimi annunci di misure tutta retorica e poca sostanza. La realtà, però, è altra cosa. E lo sanno le famiglie che non ce la fanno più, i giovani che non lavorano e le attività che chiudono definitivamente. Il governo Conte, però, resta impassibile e continua a procrastinare tra un “salvo intese” e una passerella. Come racconta molto bene Gianni Del Vecchio su HuffingtonPost, “l’esecutivo licenzia il Decreto semplificazioni – che sarebbe dovuto essere l’architrave del rilancio post-Covid – al termine di una maratona notturna, alle 4 di notte, come se fosse una scatola vuota, rimandando tutti i nodi irrisolti a ulteriori trattative fra partner di maggioranza”.

Mentre Bankitalia, Commissione Ue e Ocse parlano di un’Italia dove le cose vanno peggio del previsto, “dove la metà delle famiglie perderà reddito quest’anno e dichiara di poter andare avanti non più di tre mesi in assenza di altre entrate, dove la disoccupazione scoppierà in autunno coinvolgendo soprattutto i più giovani. Il Palazzo che affonda nelle sabbie mobili del tiriamo a campare e il Paese che affonda per le conseguenze del Covid”. Questa la realtà. Altro che passerelle di Conte a Villa Pamphilij.

Del Vecchio spiega il contenuto dei tre report economici: “Bankitalia mostra come il virus abbia davvero picchiato duro sulle famiglie italiane, non solo quelle coinvolte, purtroppo, da un punto di vista sanitario. Anche quelle che non hanno avuto un familiare malato, intubato, o peggio, venuto a mancare, ne sono state colpite duramente: una su due quest’anno dovrà stringere la cinghia perché perderà un pezzo di benessere, che sia uno stipendio o l’incasso di qualche fattura. Più della metà racconta di non poter andare avanti dignitosamente in assenza di entrate per più di tre mesi. Il 30% non andrà in vacanza quest’anno. Il 40% di quelle che hanno un mutuo fa fatica a pagare le rate. L’Ocse ci mette un altro carico non da poco: la disoccupazione esploderà nel 2020 al 12,4%”.

Infine la Commissione europea: il calo del Pil è peggio del previsto, -11,2% quest’anno. “Di fronte a un quadro così tragico, lascia ancora più sbigottiti – scrive Del Vecchio – la strategia del rinvio adottata dal premier Conte su tutti i dossier più importanti. Qui davvero la lista è lunghissima, lo stesso premier ha ammesso il ritardo: Autostrade, ex Ilva, Alitalia, la banda larga, il Mes, i decreti Sicurezza e chi più e ha più ne metta. Per tacere dell’ultima puntata notturna. Il decreto semplificazioni che stanotte è stato approvato ‘salvo intese’, che vuol dire che non è stato approvato definitivamente”.

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