Il personale scolastico sospeso per non aver rispettato l’obbligo di vaccinazione deve riavere lo stipendio fin qui non percepito. L’ennesima sentenza che smonta la strategia del governo Draghi, rendendo sempre meno credibile la sua linea, è arrivata in queste ore dal tribunale di Treviso. Una decisione accolta con entusiasmo dai legali che hanno difeso gli insegnanti: “Chiederemo anche il risarcimento per danni morali”, La strada del rimborso, infatti, sembra di colpo essersi spalancata di fronte a chi, in questi mesi, è stato perché non allineato con i diktat dell’esecutivo.
La sentenza, datata 10 maggio 2022, è stata emessa dal giudice del lavoro di Treviso Massimo Galli, che ha accolto le tesi dell’illegittimità della sanzione applicata dal governo nei confronti degli insegnanti non vaccinati, ovvero la sospensione dal lavoro con conseguente stop allo stipendio. Nel testo si legge: “Devono ritenersi abrogate le norme in base alle quali era stata applicata la sospensione dalle funzioni e dalla retribuzione per gli insegnanti inadempienti”. La richiesta era stata presentata dall’avvocato Mauro Sandri del Foro di Milano, in difesa di 34 docenti trevigiani.
Come spiegato da La Verità, la norma ha valore retroattivo, quindi gli insegnanti hanno diritto a ricevere le retribuzioni che sono state loro negate dallo scorso dicembre. L’avvocato Sandri ha commentato così la notizia: “Rappresento oltre 2.000 docenti non vaccinati da tutta Italia e questa sentenza è stata accolta con enorme soddisfazione”. La novità è che il giudice abbia sottolineato come sia cessata la materia del contendere, visto che è stato proprio il legislatore a riconoscere che la sospensione non fosse necessaria. Nelle ultime disposizioni, infatti, ai docenti non vaccinati viene consentito l’ingresso a scuola, ma non in aula, per svolgere attività di supporto.
Visto che non è più prevista la sospensione e il blocco dello stipendio, per il magistrato questo significa “l’abrogazione della sanzione con effetto retroattivo dal 15 dicembre 2021”. Gli insegnanti chiedevano che fosse riconosciuta l’illegittimità dei provvedimenti disposti con il decreto dello scorso novembre, che estendeva l’obbligo vaccinale al personale sanitario e scolastico a partire dall’ultima metà mese di fine anno. Con l’ultimo decreto, secondo il giudice, il governo avrebbe però di fatto ammesso di aver sbagliato.
Ti potrebbe interessare anche: Ricciardi: “Dati sul Covid falsati, ecco come stanno davvero le cose”