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“Se ne stia nel parcheggio”. Sospensione revocata ma non la fanno lavorare. L’assurda storia di un’infermiera

Pubblicato il 05/08/2022 20:17

Alessia, un’infermiera regolarmente iscritta all’ordine, impiegata da diversi anni presso l’ospedale San Camillo di Roma, non può andare a lavorare nonostante la revoca della sospensione che le era stata comminata a causa della mancata vaccinazione. A raccontare la sua storia alla redazione di Byoblu è proprio lei, assieme al suo avvocato, il dott. Luca Zenga, che le ha consigliato di continuare ad andare ogni giorno sul posto di lavoro anche se nessuno la fa entrare.
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La direzione le impedisce l’accesso

Una storia veramente assurda quella di Alessia, che nonostante un’esenzione dal vaccino contro il Covid, viene sospesa dall’Ordine degli infermieri. Poco tempo fa, però, ha contratto il virus, acquisendo il diritto di poter tornare a lavoro una volta guarita. L’OPI infatti le ha notificato la revoca della sospensione e la direzione generale dell’Ospedale San Camillo Forlanini le ha scritto che può tornare in servizio. La direzione infermieristica, però, si rifiuta di far tornare la donna a lavoro se questa non presenterà il Green pass, anche se non è più richiesto. La direzione si aggrappa a un regolamento interno che però, come spiega l’avvocato Zenga, non può essere al di sopra delle legge.
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La stessa struttura lamenta carenza di personale

La situazione è resa ancora più surreale dal fatto che l’azienda ospedaliera lamenta da anni una grave carenza proprio di personale infermieristico. Neanche una settimana fa un articolo pubblicato dal Sindacato Nursind titolava proprio così: “Dopo 15 giorni dalla sua apertura, è stato chiuso il CR6 Covid del San Camillo”.  L’articolo recita testualmente: “Non si possono aprire letti di degenza, se da tempo sussiste una condizione di carenza infermieristica”. E’ mai possibile che un’infermiera perfettamente abile al lavoro viene confinata nel parcheggio mentre i reparti vengono chiusi proprio per carenza di personale? In un Paese normale queste illogicità non dovrebbero esistere, ma l’Italia non è più un Paese normale, ormai da quasi tre anni.

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