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Mutui, in Italia per i giovani sono un tabù: e se vi chiedete perché, fareste bene a guardare alle banche

Pubblicato il 19/02/2020 11:34

Il tema dei prestiti ai giovani è tornato di stretta attualità in queste ore sui giornali, dopo l’intervento dell’Associazione Bancaria Italiana che sosteneva come il calo del 30% rilevato in questo senso dal 2008 a oggi sia in realtà frutto di fattori come il crollo della domanda dei mutui, non certo al comportamento adottato col tempo dagli istituti dello Stivale. Elementi demografici e occupazionali, insomma, con l’Italia che ha visto diminuire gli under 35 occupati dell’11% nel giro di una decina d’anni. Niente di più.

Mutui, in Italia per i giovani sono un tabù: e se vi chiedete perché, fareste bene a guardare alle banche

La realtà è che però è alle banche stesse che bisognerebbe guardare per trovare una risposta alla domanda “perché i giovani oggi non accendono più mutui?”. La stessa Bankitalia ha fornito recentemente i risultati di un’indagine che dimostra come il numero di famiglie che si sono viste rifiutare un prestito è fortemente in aumento se si guarda a quella popolazione dove il capofamiglia ha 35 anni o meno. I nuclei più giovani, insomma. Quelli che si sentono dire “no” con facilità tre volte maggiore rispetto ad altre fasce d’età.

Mutui, in Italia per i giovani sono un tabù: e se vi chiedete perché, fareste bene a guardare alle banche

Le famiglie più giovani, inoltre, hanno problemi di liquidità, al punto che soltanto una su quattro riesce a mettere da parte effettivamente dei risparmi. Un dato in netta controtendenza con quanto sostenuto dalle associazioni bancarie: un giovane in queste condizioni avrebbe tutto l’interesse del mondo a chiedere un prestito per comprare una casa, un’auto e via dicendo. Il problema, evidenziato non solo da Bankitalia ma anche dall’Inps, è semmai che gli istituti hanno ormai adottato da tempo un atteggiamento molto più rigido verso gli under 35 e il loro mercato del lavoro.

Mutui, in Italia per i giovani sono un tabù: e se vi chiedete perché, fareste bene a guardare alle banche

Pesa la flessibilità lavorativa ai quali i ragazzi italiani sono oggi chiamati. Le banche tendono a concedere mutui per le case con molta più facilità a chi vanta un contratto a tempo indeterminato, non a chi ne ha uno a termine o lavora a partita Iva. E poco importa se, numeri alla mano, si tratta di formule momentanee che spesso, nel giro di un anno o poco più, sfociano in un’assunzione a tempo pieno. Alle banche questo non interessa, il no arriva sempre puntualissimo. Perché i giovani non accendono mutui, insomma? La risposta, in realtà, è tristemente scontata.

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