Il tema dei prestiti ai giovani è tornato di stretta attualità in queste ore sui giornali, dopo l’intervento dell’Associazione Bancaria Italiana che sosteneva come il calo del 30% rilevato in questo senso dal 2008 a oggi sia in realtà frutto di fattori come il crollo della domanda dei mutui, non certo al comportamento adottato col tempo dagli istituti dello Stivale. Elementi demografici e occupazionali, insomma, con l’Italia che ha visto diminuire gli under 35 occupati dell’11% nel giro di una decina d’anni. Niente di più.

La realtà è che però è alle banche stesse che bisognerebbe guardare per trovare una risposta alla domanda “perché i giovani oggi non accendono più mutui?”. La stessa Bankitalia ha fornito recentemente i risultati di un’indagine che dimostra come il numero di famiglie che si sono viste rifiutare un prestito è fortemente in aumento se si guarda a quella popolazione dove il capofamiglia ha 35 anni o meno. I nuclei più giovani, insomma. Quelli che si sentono dire “no” con facilità tre volte maggiore rispetto ad altre fasce d’età.

Le famiglie più giovani, inoltre, hanno problemi di liquidità, al punto che soltanto una su quattro riesce a mettere da parte effettivamente dei risparmi. Un dato in netta controtendenza con quanto sostenuto dalle associazioni bancarie: un giovane in queste condizioni avrebbe tutto l’interesse del mondo a chiedere un prestito per comprare una casa, un’auto e via dicendo. Il problema, evidenziato non solo da Bankitalia ma anche dall’Inps, è semmai che gli istituti hanno ormai adottato da tempo un atteggiamento molto più rigido verso gli under 35 e il loro mercato del lavoro.

Pesa la flessibilità lavorativa ai quali i ragazzi italiani sono oggi chiamati. Le banche tendono a concedere mutui per le case con molta più facilità a chi vanta un contratto a tempo indeterminato, non a chi ne ha uno a termine o lavora a partita Iva. E poco importa se, numeri alla mano, si tratta di formule momentanee che spesso, nel giro di un anno o poco più, sfociano in un’assunzione a tempo pieno. Alle banche questo non interessa, il no arriva sempre puntualissimo. Perché i giovani non accendono mutui, insomma? La risposta, in realtà, è tristemente scontata.
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