Forse non tutti lo sanno, ma il prossimo 12 giugno rischia di trasformarsi in un vero e proprio calvario per gli italiani. Chiamati a esprimersi sul referendum per riformare la giustizia e, in tante parti d’Italia, per il rinnovo delle amministrazioni comunali. E costretti a fare i conti con l’ennesima follia targata “il governo dei migliori”, con Mario Draghi al comando e il ministro della Salute Roberto Speranza ben saldo al timone. Andare alle urne sarà impresa per niente semplice, considerando il gran numero di norme da rispettare e delle quali si sa ancora poco o nulla.
E così eccoci arrivati all’ennesimo paradosso, sottolineato bene da Nicola Porro sulle pagine del proprio blog: “Mentre attualmente è possibile circolare liberamente in gran parte dei luoghi chiusi senza alcuna restrizione, per poter esercitare il diritto di voto si dovrà sottostare alle umilianti misure fortemente volute dal ministro della Sanità, alias ministro della paura diffusa. Si tratta di un vero e proprio Tso antidemocratico le cui inconfessabili finalità, con un virus quasi scomparso sul piano della malattia grave, sembrano avere ben poco a che fare con la tutela della salute pubblica”.
Quali regole bisognerà rispettare, nel dettaglio, per poter esercitare il diritto di voto? Presto detto: “Sarà obbligatorio presentarsi ai seggi con un dispositivo di protezione (che sia almeno una mascherina chirurgica) e utilizzare i gel messi a disposizione dagli scrutatori per igienizzare le mani. A terra e sulle pareti, poi, un’apposita segnaletica indicherà i percorsi da seguire e bisognerà mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro, evitando assembramenti. Dopo essere entrati nel seggio e prima di ricevere la scheda elettorale ed entrare nella cabina è poi preferibile che l’elettore igienizzi nuovamente le mani”.
In caso di necessità, ci si dovrà inoltre mettere a distanza di almeno un metro dagli scrutatori e abbassare la mascherina per permettere il riconoscimento. Una volta votato, l’elettore dovrà inoltre inserire da solo la scheda nell’urna, con gli scrutatori costretti a cambiare la mascherina ogni 4-6 ore. Pensate che sia uno scherzo? Assolutamente no, soltanto l’ennesima follia tutta italiana utile a mandare in tilt il cervello anche del più paziente dei cittadini. E a scoraggiare, se possibile, l’affluenza alle urne.
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