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Von der Leyen: “Dopo il Covid ci sarà altro. L’Europa si prepari a un’era delle pandemie”

Pubblicato il 01/03/2021 14:16 - Aggiornato il 03/08/2022 14:15

“L’Europa deve prepararsi ad affrontare un’era delle pandemie”. Udite, udite. A dirlo, in un’intervista al Financial Times, è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, quella che non è stata in grado di affrontare già questa emergenza e che ha combinato più danni di Arcuri. La von der Leyen sottolinea anche che la fine della pandemia di Covid-19 non basterà a considerare superato ogni rischio e riconosce il momento difficile che l’Ue sta vivendo per le mancate consegne dei vaccini anti Covid, e chiede un piano per una risposta rapida europea alle minacce sanitarie. (Continua a leggere dopo la foto)

“L’Europa – dice ancora von der Leyen – è determinata a rafforzare la propria capacità di produrre vaccini. Stiamo entrando in un’era delle pandemie. Se si guarda a quanto è accaduto negli ultimi anni, con l’Hiv, Ebola, Mers e Sars, quelle erano epidemie che potevano essere contenute, ma non possiamo pensare che sia tutto finito una volta superato il Covid-19. Il rischio resta”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Il mese scorso, ricorda il quotidiano economico britannico, la presidente della commissione Ue ha presentato un piano per la biodifesa chiamato Hera Incubator, che punta a unire ricercatori, aziende biotech, produttori e autorità pubbliche per monitorare emergenze sanitarie e lavorare in tempi brevi sui vaccini, sul modello del Biomedical Advanced Research and Development Authority (Barda) americano. E anche su questa iniziativa, coperta da misteri, iniziano già a insinuarsi i primi dubbi. (Continua a leggere dopo la foto)

In conclusione, von der Leyen ha annunciato che entrerà in vigore un secondo contratto dell’Ue con BioNTech/Pfizer per il vaccino, insieme all’arrivo del farmaco di Johnson & Johnson che dovrebbe essere autorizzato l’11 marzo dall’Ema. Su AstraZeneca, invece, dice: “Devono onorare il loro contratto e noi vogliamo la parte che ci spetta”.

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