Patrizia Floder Reitter 1 – Antonella Viola 0. La giornalista de La Verità, in un articolo pubblicato il 26 ottobre sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, smonta una a una le ultimissime menzogne messe nero su bianco dall’immunologa, la quale si è lanciata nell’ennesimo tentativo mal riuscito di negare la scienza a manipolare la verità. Ha detto una delle principali virostar della prima ora: “Fidiamoci della scienza che, nonostante le chiacchiere da social, finora è stata davvero un faro nella tempesta”. Il commento di Floder Reitter? “Un penoso concentrato di violenza verbale, di ignoranza dei fatti e di arrogante presunzione, per fortuna destinato ad essere dimenticato molto in fretta. Perché non aggiunge nulla alla distorsione dei fatti che da tre anni ci è stata fornita dalla scienza allineata pro vaccino, senza ammettere dubbi o interrogativi; e perché preferisce ancora una volta alimentare livore nei confronti di chi ha scelto di non porgere il braccio, piuttosto che ammettere (o almeno lasciar intravedere) enormi, imperdonabili errori dei cosiddetti esperti di salute e dei loro governi”. (Continua a leggere dopo la foto)
Dato significativo è che ci sono volute due settimane perché un grosso quotidiano italiano trovasse lo spazietto da dedicare all’esplosiva notizia che Pfizer ha ammesso di non aver mai fatto test sui contagi. Scrive Floder Reitter: “Prima di mettere sul mercato il vaccino anti Covid, il colosso statunitense non sapeva se era in grado fermare la trasmissione”. I media di tutto il mondo, e in Italia Il Paragone e La Verità in testa, hanno parlato per giorni della dichiarazione emersa al Parlamento europeo che conferma l’inutilità di decreti legge d’emergenza, green pass, di obblighi vaccinali per i sanitari “altrimenti infettano i pazienti” e tutte le altre leggi liberticide che hanno messo in pausa democrazia e diritti su un principio ormai conclamatamente sbagliato, per stessa ammissione dell’azienda produttrice. Ieri, La Stampa ha pensato dunque di darne conto, affidando il commento proprio alla Viola e titolandolo “Quei rigurgiti no vax che negano il progresso”. Allucinante. La malafede è ormai così palese da far sorridere. (Continua a leggere dopo la foto)
Va giù duro Floder Reitter: “Già, perché la vergogna non è un colosso farmaceutico che sapeva che il vaccino non fermava i contagi, eppure si è fatto strapagare miliardi di dosi finite in corpo a così tanta umanità, ma coloro che si sono opposti alla puntura sperimentale. La docente di patologia generale presso l’Università di Padova è subito partita male, affermando che alla commissione Covid ha parlato il Ceo di Pfizer. Si informasse meglio, la professoressa, prima di scrivere: Albert Bourla non c’era, si era sfilato. Al suo posto aveva mandato Janine Small, responsabile per i mercati esteri, che alla domanda dell’europarlamentare olandese Rob Roos aveva risposto: «Mi chiede se sapevamo se il vaccino interrompesse o no la trasmissione, prima di immetterlo sul mercato? Ma no! Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza!», furono le sue stupefacenti parole”. (Continua a leggere dopo la foto)
La Viola non è nuova ad autogol clamorosi. Nel suo articolo commenta ancora: “Come se questa fosse una verità a lungo tenuta nascosta e poi estorta sotto tortura al numero uno di Pfizer (insiste nell’errore, ndr), il piccolo ma rumoroso popolo no vax e no green pass ha gridato allo scandalo, sostenendo che il vaccino non ha mai bloccato la trasmissione del virus e che quindi noi scienziati abbiamo raccontato frottole”, scrive inferocita. Poi cita uno studio in revisione, secondo il quale, udite udite, “la vaccinazione riduce del 24% il rischio di trasmettere Omicron ai contatti stretti”, come se questa suonasse come una rassicurazione e non la beffa che è. Il 24%, praticamente il nulla. E per di più in un articolo in revisione. Come sono messi male… La Viola rimane poi convinta che il Green pass sia stato un bene e lo definisce “uno strumento che è stato importante in una fase critica della lotta alla pandemia”, fingendo di ignorare le migliaia di vaccinati, anche con richiamo, che si sono più volte infettati e infettavano mentre potevano circolare liberi. E ora sappiamo il perché: semplicemente quel “vaccino” non era testato per frenare il contagio.
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