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“Viola le direttive europee”: stabilimento sequestrato e ombrelloni chiusi

Pubblicato il 24/06/2021 13:10

L’Europa continua a puntare il dito contro le concessioni demaniali marittime italiane. Il governo, al solito, lascia che Bruxelles faccia e disfaccia a piacimento, giocando con i risparmi e gli investimenti delle famiglie. Arrivando così alla paradossale situazione che ha visto i Bagni Liggia di Genova sequestrati nel marzo 2019, visto che la normativa che proroga le concessioni nel frattempo era stata disapplicata in quanto contraria alle direttive Ue. E con il gestore, Claudio Galli, a gridare all’ingiustizia: “Se è così, allora anche tutti i miei colleghi violano la legge”.

"Viola le direttive europee": stabilimento sequestrato e ombrelloni chiusi

In Italia, complessivamente, i titorali di concessioni demaniali marittime sono 17.594, tutti già al lavoro per sfruttare l’arrivo del caldo e rimpinguare casse rimaste vuote durante il periodo di restrizioni imposto dal governo. La ripresa delle attività è stata possibile grazie alla proroga delle concessioni scadute, confermata dal Decreto Rilancio del 2020, che hanno visto però l’Ue intervenire subito: la Commissione ha infatti inviato una nuova lettera di messa in mora per mancato rispetto della Direttiva Bolkestein, che obbliga a bandire gare per concedere beni pubblici come le spiagge nazionali.

E così, nel 2019, ecco il sequestro dei Bagni Liggia, con sentenza confermata dal Tribunale di Genova: Claudio Galli non ha potuto così riaprire sdraio e ombrelloni, unico in Italia ad aver subito questo trattamento che sarebbe teoricamente applicabile a tutte le altre 17.954 concessioni demaniali marittime italiane. E così, il gestore ha presentato una denuncia contro i colleghi. Al Fatto Quotidiano ha spiegato: “Mi sono detto: che peccato ho commesso io rispetto agli altri? Allora avendo un master in informatica mi sono scaricato i dati georeferenziati di 17.594 concessioni balneari italiane, li ho messi su mappa divisi per Procura e ho presentato un esposto di oltre 400 pagine: adesso sequestrate tutti”.

Il caso dei Bagni Liggia, nel frattempo, ha però gettato nel caso i Comuni italiani alle prese con il rilascio delle concessioni, con una pioggia di ricorsi a intasare i Tribunali amministrativi. L’oggetto è sempre lo stesso: capire se in Italia conti più una legge dello Stato o una Direttiva Europea come la Bolkenstein. La risposta finale arriverà dal Consiglio di Stato, convocato in adunanza plenaria sul caso dal presidente Filippo Patroni Griffi il 13 ottobre 2021: la sentenza è prevista per dicembre. Nel frattempo, tutto congelato. Con Claudio Galli unico concessionario a non poter riaprire i battenti.

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