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“Vieteremo le automobili”. Ecco cosi si nasconde davvero dietro la “guerra” a diesel e benzina

Pubblicato il 15/02/2023 12:29

Una notizia che ha fatto discutere, e parecchio, quella dello stop intimato dall’Unione Europea alle auto a benzina e diesel. Con tanto di deadline già segnata sul calendario: entro il 2035 i vecchi veicoli, considerati più inquinanti, dovranno uscire definitivamente dal mercato. In favore di quali mezzi? Delle quattro ruote elettriche, ovviamente, anche se non manca chi ha già alzato la voce contro questo programma. In California, per esempio, proprio negli ultimi giorni sono andate in scena forti proteste degli ambientalisti. Il motivo? Come spiegato dal Corriere della Sera, secondo i manifestanti l’auto elettrica non è una soluzione, troppo inquinante. Al momento, però, resta quello il business nel quale gettarsi, con le aziende già al centro di investimenti importanti. Nel corso del 2022, per la prima volta le vetture “green” hanno superato il 10% del totale globale, con un aumento nelle vendite del 68% in un solo anno (7,8 milioni). Cina e Germania sono i Paesi in cui l’elettrico si sta già imponendo sul mercato, ma le previsioni sostengono che presto anche gli Usa andranno incontro a un vero e proprio boom. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Addio auto a diesel e benzina”. La decisione finale dell’Ue: ecco da quando dovranno sparire

vietate auto benzina perché

Vietate le auto a benzina e diesel: ecco perché

E se da un lato i prezzi si stanno pian piano abbassando, per andare incontro a quelli delle vetture tradizionali, non mancano gli allarmi già lanciati dagli analisti: rischiamo di veder aumentare la nostra dipendenza dalla Cina. Prendere per esempio il caso Ford: l’azienda ha annunciato la costruzione nel Michigan di una fabbrica di batterie per auto elettriche, con un investimento da 3,5 miliardi di dollari, ma produrrà sotto la licenza della Catl, numero uno cinese nel settore. (Continua a leggere dopo la foto)

Minerali come rame, nickel e cobalto, fondamentali per la produzione di batterie elettriche, vengono estratti principalmente nei Paesi emergenti e poi lavorati e raffinati in Cina, lontano dalle proteste degli ambientalisti che indicano come “molto inquinanti” questi procedimenti. Il risultato, ovviamente, è il dominio di Pechino nel mondo delle vetture “alternative”, verso le quali l’Ue ha deciso di spingerci in maniera definitiva. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel frattempo, la notizia della guerra dichiarata dall’Europa alle auto tradizionali ha spaventato il mondo delle quattro ruote italiano. A rischio ci sono 17 miliardi l’anno, quelli fatturati dal settore, e 60 mila posti di lavoro. Per Marco Stella del gruppo componentisti Anfia si va incontro “a un danno clamoroso per un’industria leader in Europa”, frutto “di una scelta ideologica. Così l’Europa eliminerà l’ultima barriera che avevamo ancora per impedire l’ingresso dei cinesi nel mercato europeo”.

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