Ci sono alcuni sport nazionali in Italia. Non stiamo parlando di calcio, perché l’epoca d’oro della serie A di Maradona, Zico e Platini è oramai andata, ma di altre due “discipline”: salire sul carro del vincitore; partecipare al linciaggio di chi si trovi momentaneamente in disgrazia. Roberto Vecchioni, autore, tra le altre canzoni, di “Luci a San Siro” e “Samarcanda” nonché docente di liceo, ha deciso di cimentarsi in quest’ultima disciplina. Non lo diciamo per partito preso o per difendere qualcuno, ma perché le sue esternazioni contro il presidente del Senato, anzi contro i suoi figli, proprio in questo momento e a ben 26 anni di distanza, sono quantomeno tardive, vorremmo dire inopportune. Ora, i fatti. Vecchioni si trovava sul palco de La Gaberiana, il festival organizzato a Firenze e dedicato al ricordo di Giorgio Gaber. Il conduttore, Andrea Scanzi, colonna de Il Fatto Quotidiano (che ha pubblicato la “notizia” in prima pagina), come ricostruisce il quotidiano Libero, gli ha lanciato un assist sotto forma di battuta sullo stesso Ignazio La Russa, e Roberto Vecchioni ha raccolto, narrando un episodio, certo increscioso, risalente al 1997 e che riguarda sua figlia e un altro dei figli del presidente del Senato, Geronimo. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Il gran caldo? Per colpa della Meloni…”. La sparata in diretta del giornalista a La7 (e le reazioni): il VIDEO
L’aneddoto
A dire il vero, il cognome La Russa Vecchioni non lo ha mai pronunciato, ma è pur certo che non molte persone (forse nessuno) a Milano o in tutta Italia si chiamino “Geronimo”. Ebbene, la figlia di Vecchioni, all’epoca 14enne, organizzò una festa in casa con le amiche. Durante questa festa, “iniziò ad arrivare molta gente, sia minorenni che maggiorenni”. A Roma li chiamerebbero “imbucati”. “Hanno spaccato un bel po’ di roba. Mi hanno preso davvero di tutto, anche il portasigari – racconta Vecchioni – ma sono andati addirittura a rubarmi le t-shirt e le mutande. Non ho capito perché le mie mutande… un feticismo assoluto”. Tra costoro, “c’era anche un ragazzo di nome Geronimo”. Il cantautore ricorda di aver denunciato il fatto e che alcuni dei responsabili furono identificati. Tuttavia, le responsabilità di Geronimo sembrerebbero essere state “perdonate” dagli inquirenti. In realtà, ed è ancora nelle parole di Vecchioni: “È tutto finito in una bolla di sapone”. Per tutti, dunque, non solo per Geronimo. Nessuno venne formalmente accusato. Durante le fasi dell’indagine, il cantautore narra, poi, di avere avuto un confronto diretto con Geronimo e con una donna che lo accompagnava, la quale lo avrebbe anche apostrofato così: “Ma anche lei, perché non mette la roba in cassaforte?”. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> È morto Andrea Purgatori. Lo storico giornalista si è spento a 70 anni: la notizia choc
La replica
A stretto giro, giunge la replica del diretto interessato: “Sono allibito per la notizia pubblicata dal Fatto Quotidiano, con richiamo in prima pagina, dal titolo Vecchioni ricorda: Geronimo e soci mi rubarono pure le mutande ripreso poi parzialmente dal sito Dagospia e da altri”. Nella stessa nota, Geronimo La Russa accusa il cantautore di “gettare falsamente discredito su me e sulla mia famiglia già oggetto in questi giorni di particolare attenzione mediatica”. La Russa jr, oggi avvocato nello stesso studio che porta il suo nome e presidente dell’Aci Milano, ha dato mandato all’avvocato Vinicio Nardo di tutelarlo nelle sedi opportune. E ancora: “Vecchioni, che già all’epoca in cui ero minorenne incentrò le sue attenzioni solo sul figlio diciassettenne di un deputato di destra, cioè mio padre, a distanza di 26 anni dovrebbe sapere benissimo che nei miei confronti non ci fu alcuna imputazione e che non fui affatto perdonato in quanto il perdono giudiziale può essere concesso solo a chi è imputato e colpevole e io non lo sono mai stato!”. Già diversi anni fa, intervistato da Claudio Sabelli Fioretti, il primogenito del presidente del Senato dichiarò: “Arrivai con una ventina di amici – parola di La Russa junior –. Ci furono dei furti. Anche tre dei miei amici, è stato accertato, rubarono qualcosa. Ci rimasi talmente male che da allora non li frequentai più”.
>>> “Nasceranno due Internet”. La rete si spacca a metà: le conseguenze sugli utenti della guerra Usa-Cina
Potrebbe interessarti anche: Andrea Purgatori: “Seguivo il caso Orlandi, poi il Vaticano…”. Purgatori, ecco cosa diceva solo poco tempo fa (VIDEO)