A noi poco cambia. Lo sapevamo dall’inizio che stavano mentendo e lo abbiamo urlato fino alla nausea. Ma ora che Pfizer stessa ha ammesso che il suo vaccino a mRna non è stato testato per capire se bloccasse davvero la trasmissione del virus prima di essere immesso nel mercato, e quindi nei corpi di milioni di persone, è ancora più “divertente” e utile andare a ripescare le dichiarazioni dei signori dell’inoculazione che mentivano a reti unificate senza avere alcuna evidenza scientifica. Ha ripreso a circolare su Twitter, ad esempio, un video del 23 dicembre 2020, quindi poco prima che partisse la campagna vaccinale contro il Covid, in cui il presidente di Aifa, il professor Giorgio Palù, parla con sicumera e dice agli ascoltatori: “Stando ai dati non in tantissimi soggetti – ma in quelli che sono stati testati – questo vaccino previene addirittura l’infezione”. Addirittura? E perché? Cosa è un vaccino se non uno strumento che deve prevenire e bloccare il contagio? Se non blocca il contagio non può dirsi vaccino. E infatti… (Continua a leggere dopo la foto)
Continua Palù in questo video: “Come è vero – vi ricordo – per tutti i vaccini che hanno una efficacia oltre il 90%. Vi cito il morbillo, la rosolia, parotite. Non vi cito l’influenza perché con 50% di protezione del vaccino normale, il 70% di quello adiuvato, io mi posso infettare e quindi potrei trasmettere”. Dal pubblico qualcuno chiede: “Quindi entrambi i vaccini garantiscono l’immunità sterilizzante?”. Risponde Palù: “Sì, quasi certo che lo fanno tutti e due (Pfizer e Moderna, ndr), perché sono tutti e due ad altissima… E poi lo stanno già misurando adesso. Lo abbiamo visto dai dati che ci ha trasmesso Ema e che ora stiamo misurando in Aifa”. Vale la pena, allora, ricordare a questo punto che cosa è successo a metà ottobre al Parlamento Europeo durante l’audizione di Pfizer proprio per vederci chiaro su quello che è stato fatto con questo vaccino. (Continua a leggere dopo la foto)
Per mesi e mesi ci siamo sentiti ripetere che i vaccini immessi sul mercato in fretta e furia per contrastare la diffusione del Covid erano “perfettamente sicuri ed efficaci”, come dimostrato da fior fior di studi realizzati con meticolosa attenzione prima del lancio. E guai a dire il contrario, pena l’essere tacciato come “pericoloso no-vax” da mettere al bando. Poi è arrivata l’ammissione davanti al Parlamento europeo della responsabile commerciale di Pfizer Janine Small: “Il vaccino anti-Covid non è stato testato per prevenire l’infezione”. Il motivo? Secondo la Small “nessuno ce lo ha chiesto” e comunque anche fosse “non ci sarebbe stato tempo”. E lo dice ridendo. Il video choc ha subito fatto il giro sui canali della controinformazione, mentre i media main stream prontamente lo hanno censurato. (Continua a leggere dopo il video)
23/12/2020 per la serie “ma noi non avevamo mai detto che i vaccini covid prevenissero l’infezione.”
— Silvia (@Silvy6701) October 17, 2022
Prof. Palù, virologo e Presidente dell’Aifa, non il primo scappato di casa che passava di lì per caso. pic.twitter.com/s4OzY8C9MF
La manager, audita dopo il rifiuto del suo capo Albert Bourla di spiegare agli eurodeputati la trattativa riservata con Ursula von der Leyen per il più oneroso dei contratti sui vaccini Covid, ha ammesso il tutto candidamente, in maniera molto chiara. Scatenando reazioni feroci. “Vaccinatevi per gli altri è sempre stata una bugia” ha tuonato l’eurodeputato olandese Rob Roos. Una confessione che smonta la strategia portata avanti per mesi e mesi dal ministro della Salute Roberto Speranza, in collaborazione prima con Giuseppe Conte e poi con Mario Draghi, e che aveva portato all’introduzione di misure come il Green pass rafforzato per poter lavorare e una lunghissima serie di obblighi da rispettare. Come ricordato dal Fatto Quotidiano proprio Draghi, il 22 luglio 2021, aveva difeso il certificato verde come “garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”. Una garanzia, in realtà, inesistente.
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