Mentre dagli Stati Uniti, ma non solo, arrivano studi sempre più severi e critici sul vaccino e sulla sua efficacia, ma anche sui danni collaterali, in Italia c’è ancora chi minimizza sulle infiammazioni cardiache a seguito del vaccino anti Covid. In particolar modo questo tipo di reazione si riscontra tra i giovani, quelli per cui ora – con la minaccia di un non-ritorno a scuola o di una didattica a distanza – si ragiona persino di obbligo vaccinale. Intanto, finalmente, le principali autorità regolatorie internazionali hanno iniziato a diffondere informative sulla questione, e le case produttrici stanno integrando i bugiardini. Ulteriore conferma che il problema c’è ed è reale. (Continua a leggere dopo la foto)
Come spiega La Verità, “giovani, di sesso maschile e vaccinati con sieri a mRna: è questo l’identikit dei soggetti più a rischio. Miocarditi e pericarditi sono due tipi diversi di infiammazioni al cuore. La prima riguarda il muscolo cardiaco, in particolare lo strato intermedio denominato miocardio, mentre la seconda interessa il pericardio, cioè lo strato membranoso che avvolge il cuore. Entrambe si possono verificare a seguito di infezioni virali -compresa quella causata dal Sars-Cov-2 – e la gamma di sintomi è piuttosto varia. Si va
infatti da quelli più blandi, come febbre e stanchezza, fino a quelli più gravi, quali aritmia (ritmo alterato del battito cardiaco), palpitazioni, dolore toracico e mancanza di respiro, fino alla perdita di conoscenza (sincope) e, in rarissimi casi, il decesso”. (Continua a leggere dopo la foto)
Secondo l’ultimo aggiornamento comunicato dai Centro di controllo e prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc), “fino al 26 luglio nella piattaforma di sorveglianza delle reazioni avverse al vaccino (Vaers) erano state inserite 1.194 segnalazioni di miocardite e pericardite in soggetti con età minore di 30 anni vaccinati contro il Covid-19. La maggior parte dei casi si è verificato a seguito di somministrazione di vaccini a mRna, cioè Pfizer-Biontech e Moderna. A seguito di follow up, sono stati confermati 699 casi, che a fronte di 328,67 milioni di dosi restituiscono un’incidenza pari a 23 casi su milione di vaccinati. L’ondata di segnalazioni ha convinto la Food and drug administration a rilasciare, lo scorso 25 giugno, una nota ufficiale nella quale si richiede alle case farmaceutiche la modifica delle schede informative relative ai prodotti”.
Nonostante questi gravi effetti collaterali, dunque, avanti tutta con le somministrazioni ai ragazzi. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, senza esprimersi sui potenziali effetti avversi sui giovanissimi, per giustificare la somministrazione dei vaccini ai ragazzi, ha enfatizzato i rischi che possono correre contraendo il Covid.
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