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“Useremo ogni mezzo”. Putin, la minaccia e 300mila uomini mobilitati. la Cina interviene. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 22/09/2022 08:36

Le operazione militari iniziate in Ucraina il 24 febbraio devono andare avanti. Questo il messaggio, chiarissimo, inviato da Vladimir Putin al mondo, paventando nel frattempo la possibilità di una mobilitazione quantomeno parziale dell’imponente macchina bellica russa. Parole che soltanto due volte nella storia erano state pronunicate da un leader di Mosca, in occasione dei due conflitti mondiali. E che hanno spaventato il mondo intero, mentre dal Cremlino si facevano anche i nomi dei responsabili dell’escalation di tensione: “Washington, Londra e Bruxelles stanno apertamente incoraggiando Kiev a spostare le ostilità sul nostro territorio. Dicono apertamente che la Russia deve essere sconfitta sul campo di battaglia con ogni mezzo e poi privata di sovranità politica, economica, culturale e di qualsiasi altro genere; ed essere poi saccheggiata”.

Putin ha spostato l’obiettivo della guerra, che non sembra più “la liberazione dell’Ucraina” come nei primi giorni del conflitto ma “la difesa delle aree liberate”, ovvero le due repubbliche indipendentiste di Lugansk e Donetsk e le province di Kherson e Zaporizhzhia. Una zona che lo stesso leader ha ribattezzato Novorossiya, ovvero Nuova Russia, e che sarà rafforzata con l’invio di oltre 25 milioni di militari riservisti, in gran parte ex soldati, carristi, genieri, tiratori scelti, in età compresa tra i 18 e i 60 anni.

A breve quei territori, attraverso una consultazione dal risultato più che scontato, passeranno a far parte della Federazione russa. Di conseguenza, ogni azione militare condotta nell’area sarebbe letta da Putin come un’aggressione alla nazione. E sulle possibili conseguenze, il presidente è stato chiarissimo: “Siamo disposti a ricorrere a ogni mezzo per difendere la patria. E questo non è un bluff”. Aggiungendo poi che sarebbero alcuni circoli occidentali a caldeggiare l’uso di bombe atomiche tattiche “contro la Russia”, per poi ricordare come l’arsenale di Mosca sia estremamente completo, “con diversi tipi di armi che, in parte, sono più moderne di quelle del blocco Nato”.

Una presa di posizione a metà tra la minaccia e la sfida e arrivata, non per caso, dopo il confronto tra Putin e il leader cinese Xi Jinping. Dall’inizio del conflitto la Cina si è mantenuta su una posizione di apparente neutralità, anche se molti analisti sostengono che il suo vero obiettivo sia la disunione dell’Occidente. Sui social di Pechino, dopo la dichiarazione incendiara di Putin su nucleare e nuove mobilitiazioni, sono piovuti commenti di apprezzamento al numero uno del Cremlino. “La Cina comprende e sostiene la necessità di tutte le misure prese da Mosca per proteggere i suoi interessi nazionali quando Stati Uniti e Nato hanno cercato di chiuderla in un angolo alla sua porta di casa” ha commentato Li Zhanshu, figura di spicco del Partito Comunista cinese.

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