Profughi che cercano di arrivare disperatamente in Europa, intrappolati al confine tra Grecia e Turchia e respinti, come si vede nelle immagini che stanno facendo il giro del web in queste ore, con i lacrimogeni. I bambini in lacrime sui barconi, uomini e donne stretti l’uno all’altro per difendersi dal freddo delle notti passate senza riparo, di fronte solo i militari e il filo spinato. Un dramma che mostra ancora una volta quanto debole sia l’Unione Europea, incapace ancora una volta di muovere un dito per difendere quei diritti di cui con estrema facilità si riempe la bocca. E anzi finisce per tradire proprio quei principi sempre sbandierati: guardare alle parole di Ursula von der Leyen.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è andata in visita nelle zone critiche insieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, e al primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis. Indignandosi? Macché. La Grecia è stata definita dalla von der Leyen “uno scudo” per il resto dell’Unione. Parlando poi di contenimento della crisi e difesa delle frontiere. Poco importa che qui profughi siano persone disperate in fuga da Paesi dove la guerra e la morte sono concetti con i quali fare i conti ogni giorno. Carte dei diritti fondamentali e Trattati restano chiusi nel cassetto, dimenticati.
“La situazione ai confini non deve essere gestita solamente dalla Grecia, ma è responsabilità dell’Europa nel suo insieme e noi la gestiremo ordinariamente con unità, solidarietà e determinazione. Chi cerca di mettere alla prova l’unità dell’Europa resterà deluso. Manterremo la linea e la nostra unità prevarrà. È tempo per un’azione concertata, basata sui nostri valori, e per il sangue freddo. La Turchia non è un nemico e le persone non sono mezzi per raggiungere un obiettivo. Faremo meglio a ricordarci di entrambi nei giorni a venire. Grazie alla Grecia per essere il nostro scudo” ha spiegato ancora Ursula von der Leyen. Sembra quasi di sentir parlare uno qualsiasi dei leader sovranisti dei vari Paesi membri, quelli che in teoria sarebbe i nemici proprio della presidente della Commissione Ue.
Sono seguiti ringraziamenti ai militari e alla polizia per il loro impegno. Poco o niente, invece, per i migranti, quasi mai citati direttamente nei discorsi. Un intervento che è la morte stessa del concetto di Europa come i suoi stessi vertici hanno cercato di dipingerla finora. Viene da chiedersi, in tutta franchezza, dov’è la distanza tra la von der Leyen e un Salvini o una Le Pen. E a cosa serve, a questo punto, l’Unione Europea.
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