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Rimpatriata tra vecchi amici: Gentiloni e Sassoli si ritrovano a Bruxelles, due carriere “rinate” a sorpresa

Pubblicato il 13/09/2019 16:13

Una storia di rovinose cadute e improvvise resurrezioni, quando forse nemmeno i diretti interessati ci speravano più. Sintetizzata in una foto scattata a Bruxelles in queste ore, nel cuore di quell’Europa tornata di colpo a sorridere all’Italia, dove il il presidente del Parlamento europeo ha ricevuto il nuovo commissario agli affari economici. Da una parte David Sassoli, dall’altra Paolo Gentiloni. Non proprio la prima volta che i due si incontravano, si potrebbe dire scherzandoci un po’ su.

Entrambi nati come giornalisti, i due avevano vissuto periodi d’oro quando Rutelli era sindaco di Roma: Gentiloni faceva il portavoce del primo cittadino capitolino, Sassoli era il conduttore di punta dell’edizione principale del Tg1. Di lì a poco, però, una sconfitta rovinosa li avrebbe travolti: nell’aprile del 2013 furono entrambi sonoramente battuti alle primarie per scegliere l’esponente dem che avrebbe puntato al Campidoglio, superati da Ignazio Marino.

Sassoli si riprese prima, prendendo la via di Bruxelles, mentre Gentiloni (ministro alle Infrastrutture del secondo governo Prodi) finiva ai margini del Partito Democratico. Niente compiti di rilievo durante l’esecutivo guidato da Letta, né in quello successivo firmato Renzi (al quale pure era vicino). Poi il primo riscatto: la Commissione Europea. Seguito dal vero e proprio colpo di scena, quel ruolo di premier arrivato dopo che Mattarella aveva rifiutato di concedere a Renzi le elezioni anticipate. Di lì a poco, il naufragio del Pd nelle urne.

E così, con Salvini e Di Maio vicepremier e la Lega a spopolare alle europee, la parabola di Gentiloni pareva terminata. E invece una serie di fattori (dall’autolesionismo di Salvini fino al clamoroso accordo Pd-5S con la benedizione di Grillo) lo hanno portato alla Commissione Europea, un incarico che gli ha permesso di rincontrare il vecchio amico Sassoli. Due carriere che a un certo punto sembravano arenate, due politici che all’Europa devono ben più di un semplice grazie.

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