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“Una sorveglianza senza precedenti della società”. 300 scienziati contro le app anti pandemia

Pubblicato il 21/04/2020 18:26 - Aggiornato il 21/04/2020 18:30

Anche la privacy ai tempi del coronavirus è in pericolo. Adesso che si stanno sviluppando e adottando app che consentono di monitorare i contatti tra le persone, si rischia che qualcuno possa utilizzare le informazioni raccolte in maniera del tutto sbagliata. Sono oltre 300, tra accademici e ricercatori di tutto il mondo, a sottoscrivere una lettera per mettere in guardia dalla raccolta dati delle app anti pademia: ”Siamo preoccupati che alcune soluzioni (…) si traducano in sistemi che consentirebbero una sorveglianza senza precedenti della società”. 

Dario Fiore, ricercatore tra i 9 in Italia che hanno preso parte alla petizione, spiega: “Solo un sistema decentralizzato impedirebbe un domani di usare queste informazioni nel modo sbagliato.” Ed è proprio questo aspetto a destare preoccupazione. Come riporta “La Repubblica”, infatti, sembrerebbe che il consorzio Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing (Pepp-PT), nato per sviluppare soluzioni di “contact tracing”, abbia accantonato senza spiegazioni il progetto Dp-3T che puntava proprio alla decentralizzazione. 

La paura è che non si seguano le linee guida della commissione europea. Sembrerebbe che alcuni Paesi, come Francia e Germania, vadano verso la centralizzazione. Parte della comunità scientifica chiede che le app, che verranno utilizzate per il tracciamento dei contagi, siano open source di modo che tutti sappiano come funzionino. Tutte le informazioni registrate superate la pandemia dovranno essere cancellate.

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