Che tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni i rapporti non siano in questi giorni particolarmente idilliaci non è certo una novità. In una sequenza di eventi degni di una commedia dell’assurdo, due delle anime del centrodestra sono andate a collidere subito dopo la vittoria delle elezioni, arrivando a un passo dallo scontro totale. I battibecchi sulla squadra dei ministri, gli appunti del Cavaliere pieni di parole al veleno contro Meloni. Infine i due audio della discordia, nei quali il leader di Forza Italia prende nettamente le distanza dalle posizioni degli alleati sul conflitto russo-ucraino e manda chiari segnali di vicinanza a Vladimir Putin, bocciando allo stesso tempo Zelensky. Un vero e proprio patatrac, con ripercussioni anche in campo internazionale. E i guai, udite udite, potrebbero non essere finiti qui. (Continua a leggere dopo la foto)
Durante l’ultima puntata de L’Aria che Tira, infatti, il giornalista del Corriere della Sera Marzio Breda ha confermato alla conduttrice Myrta Merlino l’esistenza di un terzo audio “rubato” durante la riunuione tra Berlusconi e i parlamentari di Forz Italia e che potrebbe presto fare capolino. “Potrebbe uscire dopo l’incarico”. I primi due file erano stati diffusi dall’agenzia di stampa La Presse. (Continua a leggere dopo la foto)
Questa possibilità, secondo il quirinalista del Corriere della Sera, “spiazzerebbe tutti. Io mi aspettavo che oggi fosse una giornata di decantazione e di chiarimento interno”. Per Breda, comunque, “Berlusconi non ha sorpreso nessuno di quelli che un po’ lo conoscono. E’ vero che lui fiuta il sentiment della gente comune ed è vero che sta aumentando il numero di persone che ha perplessità su questa guerra e su come l’Europa si muove, però è chiaro che il centrodestra deve fare di necessità virtù”. (Continua a leggere dopo la foto)
È importante, a detta di Breda, che i leader della coalizione si chiariscano: “Non possono fare una sceneggiata davanti al presidente. Devono venire con le idee e le posizioni chiare, è questo che vuole il capo dello Stato”. La giornalista di LaPresse, comunque, ha assicurato che “non c’è stato nessun tipo di montaggio dell’audio”. Poi sulle possibili motivazioni alla base della diffusione degli audio, la Di Nitto ha spiegato: “Il governo Meloni ha creato due anime all’interno di Forza Italia, una è quella vicina alla Lega e l’altra è quella più governista rappresentata da Antonio Tajani”.
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