Troppe richieste, troppi crediti da gestire, planford esauriti. E continue modifiche normative che farebbero perdere la pazienza anche al più imperturbabile dei cittadini. Il Superbonus 110% si è trasformato, col passare dei mesi, in un caos generale in mezzo al quale è sempre più difficile orientarsi, tanto da spingere imprese e professionisti ad alzare la voce. Il sito Lavori Pubblici ha ospitato così lo sfogo dell’architetto Daniele Menichini, che ha impugnato la tastiera per scrivere una lettere indirizzata al premier Mario Draghi.
Quelli del Superbonus 110% sono “due anni di tribolazione, questo oggi possiamo dirlo, che hanno trasformato la genialità in mostruosità a causa delle continue modifiche, rettifiche ed assetti che tengono tutti con il fiato sospeso a suon di tira e molla e dai proclami e campagne mediatiche spesso completamente basate su disinformazione. I professionisti si sono fatti carico di un grandissimo lavoro di informazione puntuale verso ogni cittadino che li ha chiamati e ai quali hanno dovuto spiegare con non era tutto gratis come si voleva far passare e che non era tutto semplice e facile come bere un caffè, ma un impegno complesso e fatto di regole e responsabilità per tutti i soggetti coinvolti”.
Secondo Menichini il piano non ha avuto costi per il governo, per il quale è anzi un investimento che fa girare l’economia togliendo il sommerso dal settore dell’edilizia e incassando come non mai i contributi Inps, Inail, Iva, Irap, Irpef e via dicendo. Con le banche che avranno a loro volta il loro tornaconto nella gestione del 10%. E però “il caos che il provvedimento ha generato con le ingiustificate e incoerenti modifiche al provvedimento iniziale sono stati i veri bug del sistema, non le paventate truffe. La situazione che si prospetta in questo momento di incertezza ed insicurezza, lo possiamo definire un ‘omicidio di stato’ in cui l’economia e la società civile andranno a sbattere contro un muro a causa dei crediti bloccati e per il blocco di tutte quelle situazioni che stavano per partire”.
Nel raccontare casi concreti che si è trovato a gestire, Menichini ha concluso: “Non solo ci sono cantieri che probabilmente non partiranno, ma ci sono cantieri che sono in corso e che si sono bloccati e altri che hanno già le pratiche depositate; avete idea di cosa significa? Molto probabilmente no! Chi pagherà per tutti questi blocchi ed incompiute?”. Infine, una domanda rivolta al premier: “Qual è la responsabilità che si prende il Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri, gli Onorevoli ed i Senatori che siedono nel luogo della rappresentanza e della tutela?”.
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