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“Un no solo dal Quirinale”. “Più sobrietà”. Volano stracci nella maggioranza. Ecco la materia del contendere

Pubblicato il 05/10/2022 08:48

Alleati sì, ma soltanto fino alle elezioni. Una volta incassato il verdetto delle urne, nel centrodestra sono subito esplose le tensioni, con particolare agitazione intorno a una delle caselle chiave da riempire per dar vita al nuovo governo: il ministero degli Interni. Matteo Salvini, deluso da una tornata che ha visto la Lega crollare nei consensi, non ci sta a passare per l’anello debole della coalizione e ha deciso di puntare i piedi proprio sul Viminale, avanzando la sua candidatura. Ipotesi, quella di un bis del segretario del Carroccio, che però continua a trovare forti resistenze dalle parti di Fratelli d’Italia.

A certificare il caos di questi giorni ci sono gli ultimi sviluppi, con Salvini che si era detto pronto “ad agire per il meglio. Frase interpretata da Giorgia Meloni come un passo indietro: “Salvini conferma la volontà di offrire le risposte migliori del Paese”. Prontissima la controreplica della Lega: “Nessuna rinuncia, Salvini si è limitato a prendere atto delle richieste del partito”. L’osso del Viminale, insomma, è ancora stretto tra i denti del Capitano, che non ha intenzione di mollarlo. Anzi, a conferma del ritrovato animo battagliero, il numero uno del Carroccio ha anche indicato agli alleati tre punti da seguire per la formazione del nuovo esecutivo. Come a ricordare: “Guardate che comando anche io”.

Primo punto: “Sarà un governo politico”, quindi senza i molti tecnici di cui si è parlato in questi giorni. Secondo: la Lega, perplessa di fronte all’ipotesi di troppe figure esterne, rivendica per sé 4 ministeri. Quali? Ecco il terzo punto. Interni, Agricoltura, Riforme e Affari Regionali. La convinzione, all’interno del partito, è che il “no” a un bis di Salvini al Viminale non sia arrivato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella ma da Giorgia Meloni, che preferirebbe evitare di assegnare al Capitano un ruolo di così grande visibilità.

Salvini ha così deciso di giocare a carte scoperte: “Accetto un no soltanto dal Quirinale”. Se Meloni vuole evitare un suo bis al ministero degli Interni, insomma, dovrà sperare in una telefonata di Mattarella, unica carta da giocare per costringere il leader della Lega a desistere. Una situazione che alla futura premier non sta piacendo affatto, come confermato dalle sue ultime dichiarazioni: “Servirebbe più sobrietà”. Nessun dubbio sul destinatario del messaggio.

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