Un incredibile attacco hacker ha colpito la Pubblica amministrazione. Un gruppo di cyber-criminali ha infatti colpito Westpole, un’azienda che fornisce infrastruttura cloud certificata per supportare le attività di comuni e altri enti governativi. Comuni ed enti governativi vuol dire miliardi di dati, anche di persone. Gli hacker sono dunque entrati nei servizi di anagrafe, riscossione di tributi, emissioni di certificati… tutte operazioni che sono diventate impossibili in centinaia di sportelli elettronici in seguito all’attacco. PA Digitale ha poi rilasciato una dichiarazione per spiegare l’accaduto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come riporta Il Sole 24 Ore, l’attacco ha effettivamente criptato i file di oltre 1500 macchine (virtuali). Secondo quanto dichiarato da Westpole a PA Digitale, la messa fuori linea dei propri sistemi, adottata come prima azione di contenimento, è stata una misura precauzionale e si stanno mettendo in atto le necessarie misure di sicurezza aggiuntive per garantire una ripresa delle operazioni affidabile, chiudendo le eventuali falle che hanno portato alla compromissione dei giorni passati.PA Digitale non sa, al momento del rilascio del documento, se dei dati possano essere andati persi a causa dell’attacco restando irrimediabilmente cifrati e sembra che la violazione informatica sia comunque rimasta circoscritta all’infrastruttura di Westpole, senza colpire quella dei suoi clienti. (Continua a leggere dopo la foto)
L’attacco a Westpole sembra essere mirato a bloccarne l’operatività per chiedere un riscatto in cambio dei codici necessari a decifrare i file colpiti e permettere il ritorno all’operatività. “La portata di questa azione è indubbiamente importante e proprio per questo è possibile che i criminali non abbiamo rubato i dati in possesso di Westpole o si siano limitati a esfiltrarne una quantità molto limitata”.
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