Diversi sono gli interventi raccolti da “Il tempo.tv” che mostrano come gli esperti durante il corso degli accadimenti si siano espressi in maniera incorretta sul covid-19. La rassegna inizia proprio con il caro Burioni, il quale aveva considerato pari a zero il rischio in Italia. “E’ più giusto preoccuparsi dei fulmini e delle alluvioni.” E quando la conduttrice ha spostato l’argomento sulla “psicosi collettiva da mascherine” la risposta è stata palese: “Io non me la sono comprata.” Seppur volesse una persona non riuscirebbe ad assere contagiata.
A seguire molti altri esponenti del settore che hanno alleggerito la questione: “Noi non siamo la Cina. Non abbiamo nemmeno bisogno di costruire domani un ospedale.” Peccato che così non sia stato. Sappiamo tutti quanto le strutture ospedaliere, medici e operatori sanitari siano stati stremati e messi a dura prova. E’ stato necessario il trasferimento dei pazienti da regione a regione. Alcuni perfino in Germania. Non vi erano posti nei reparti di terapia intensiva, mascherine, respiratori e moltissimi altri presidi sanitari. Alcune illustri aziende hanno convertito la loro produzione per aiutare il sistema a far fronte alle necessità di primaria importanza. Proprio quegli strumenti grazie ai quali secondo Ilaria Capua avremmo potuto dormire sonni sereni: “Questo virus è un virus molto meno aggressivo di tante infezioni che oggi conosciamo e oggi abbiamo tanti strumenti per tenerlo sotto controllo.”
Certo, sentire oggi i contributi dei giorni passati propinati dagli esperti come verità assolute fa riflettere. Facciamo attenzione, importante è sicuramente poggiarsi sulla conoscenza degli esperti, ma con la consapevolezza del limite di quanto effetivamente tale conoscenza sia approfondita. Il coronavirus ha messo a nudo l’Italia, mostrandone fragilità e difetti. A partire da quel sistema sanitario, che ha perso troppe risorse durante il corso degli anni a causa dei tagli, sia intermini di strutture che di personale.