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Tutti i “trucchi” dei sondaggi politici: così i pronostici tentano di influenzare il voto degli italiani

Pubblicato il 02/09/2022 09:33

C’è chi sostiene che, sotto sotto, i veri dominatori della campagna elettorale siano loro, i sondaggisti. Consultati con cadenza quotidiana da testate e leader di partiti, invitati in ogni talk show, impegnati a diffondere tanto in forma pubblica quanto in privato le loro preziosissime proiezioni. E capaci di influenzare, secondo gli analisti, l’orientamento degli italiani, proponendo loro determinati partiti come potenziali vincitori e ignorando o sottostimandone altri. Con tanto di “trucchi” ormai ben consolidati dopo anni di esperienza.

Alcuni sondaggisti sono perfettamente a loro agio davanti alle telecamere e non perdono occasione per mostrarsi al pubblico, un elenco che parte da Nicola Piepoli e arriva a Renato Mannheimer passando per Fabrizio Masia e Alessandra Ghisleri. Altri come il triestino Roberto Weber si tengono in disparte, influenti anche se allergici ai salotti televisivi. In entrambi i casi, le profezie di questi novelli oracoli restano richiestissime, a maggior ragione in una campagna elettorale estiva combattuta con armi spuntate dai principali partiti italiani, senza la verve che aveva caratterizzato altre tornate del passato. Ma questi sondaggi sono da ritenersi davvero affidabili?

Sulle pagine di Tpi, Luca Telese ha sottolineato come “restano oggi due sole dimensioni di rapporto con l’elettorato, le tv e i sondaggi. E qui iniziano i problemi. Perché, come spiega qualsiasi sondaggista onesto, in Italia è prassi della categoria considerare privi di piena attendibilità scientifica tutti i sondaggi condotti prima di una data fatidica: il 15 settembre, quando con la riapertura delle scuole ricomincia la vita ordinaria delle città. Ma in questa campagna elettorale, ironia della sorte, dal 9 settembre i sondaggi non saranno più applicabili”. Le rilevazioni vengono fatte a cadenza quotidiana, dunque, durante le vacanze. Ma l’attendibilità è tutta da dimostrare.

Non a caso il sondaggista Luigi Crespi ha ammesso a Tpi che in questi giorni “su mille telefonate, 500 vanno a vuoto. E tra chi risponde, il 20-30% dice: non so, non mi interessa”. Insomma, fare sondaggi precisi è missione quasi impossibile, con gli italiani in vacanze e le città svuotate. Eppure le rilevazioni vengono pubblicate lo stesso da giornali, siti e profili social dei vari leader politici. Qualcuno, senza neanche tanta discrezione, prova a tirare colpi bassi. Come i tanti sondaggi che sottostimano il peso di Italexit di Gianluigi Paragone, unico vero partito antisistema in corsa alle prossime elezioni. Che scompare, puntualmente, da qualche tabella, anche se altrove viene attestato poco sotto il 5%.

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