Tra lockdown e una gestione folle della pandemia, l’Italia è il Paese che rischia di pagare il prezzo più alto in termini di turismo. E non solo per quel che riguarda l’afflusso di visitatori, ma anche e soprattutto per quel che riguarda il nostro patrimonio alberghiero e ricettivo. Siamo un Paese in svendita. I ricchi fondi stranieri stanno approfittando della crisi e dei proprietari che hanno bisogno di liquidità per fare incetta di strutture. Oltre il danno, la beffa. Perché quando il turismo ripartirà, a guadagnarci saranno loro. Gli squali. Oltre 125 miliardi. È il valore immobiliare degli hotel a 3, 4 e 5 stelle in Italia. Un patrimonio enorme che è stato letteralmente divorato dal Covid e dalle scelte del governo. (Continua a leggere dopo la foto)
Secondo i dati dell’Enit, ripresi da affaritaliani.it, nel 2020 il calo di presenze turistiche rispetto all’anno precedente è stato del 56% su base complessiva e del 78% se si guardano solo gli stranieri. La cassa integrazione ha funzionato a singhiozzo, i ristori sono stati complessi e il settore del turismo è di gran lunga quello che ha patito di più le conseguenze della pandemia, con un calo drammatico in un comparto che vale il 13% del pil (tradotto in cifre, parliamo di circa 250 miliardi di euro). “Questo è il momento di fare affari per chi abbia denaro da spendere e parecchio pelo sullo stomaco. Gli obiettivi preferiti sono quegli edifici iconici che rappresentano un plus per le città un tempo meta dei turisti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dall’inizio di quest’anno – spiega affaritaliani.it – si contano almeno quattro operazioni di peso: “La prima è l’acquisto da parte del fondo Reuben dell’hotel Luna Baglioni in Piazza San Marco per circa 100 milioni. Ma a Venezia ci sono almeno altri 50 alberghi che sarebbero pronti a passare di mano. Mikhail Kusnirovich, magnate russo, ha acquistato il Lido Palace di Baveno – dove Churchill passò la luna di miele – e ora sogna di trasformare questo storico albergo in un resort di lusso sul Lago Maggiore”. (Continua a leggere dopo la foto)
È come se l’intero mondo del turismo fosse in surplace: si aspetta un cenno, un segnale, un’idea per ripartire. Ma sono in tanti quelli che non riescono più a stare in equilibrio e che, pur di non cadere, cedono a offerte al ribasso. Chissà quante ne arriveranno nei prossimi mesi. E a patire sono anche le migliaia di bed and breakfast e piccole strutture a gestione familiare nel cuore delle nostre grandi città, da Roma a Firenze. Tutti stanno svendendo. E gli squali approfittano.
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