Il professor Giulio Tarro continua la sua battaglia per la verità intorno al Covid. In una lunga intervista rilasciata a Lo Speciale Giornale, Tarro ragiona su diversi punti cruciali della gestione della pandemia, partendo dai richiami: “I richiami – dice – vanno fatti con criterio, non generalizzati come avviene da noi. In Israele per esempio, dove già stavano somministrando le quarte dosi hanno dovuto fermare tutto dopo aver preso atto che il richiamo non garantiva né efficacia, né sicurezza. Sono partiti in quarta, poi si sono dovuti fermare. Altro che nazione modello”. Oms ed Ema hanno messo in guardia dai pericoli rappresentati dalla somministrazioni di dosi troppo ravvicinate. Da noi sono arrivate a farle ogni quattro mesi. Che ne pensa Tarro? (Continua a leggere dopo la foto)
“Ho l’impressione che si stiano sovvertendo tutte le concezioni immunologiche possibili. Nel momento in cui si manifesta un’infezione naturale, altrettanto naturalmente si producono gli anticorpi. Lo dimostra il fatto che tutti quelli che sono stati contagiati dalla prima Sars nel 2003 e sono guariti, non hanno mai preso il Covid perché sono immuni. Altra sciocchezza è ripetere che gli africani hanno bisogno di essere vaccinati. Il continente africano è composto da popolazioni che sono abituate a convivere da sempre con le malattie che dagli animali si trasmettono poi alle persone, le cosiddette zoonosi, La famiglia dei beta coronavirus è conosciuta da tutti e gli africani hanno per questo gli anticorpi naturali anche contro il Covid. La variante sud africana è diventata famosa nel mondo perché è nuova per noi occidentali, ma loro ce l’hanno già dall’estate scorsa e ci hanno convissuto tranquillamente proprio perché sono immunizzati rispetto all’intera famiglia dei beta-coronavirus cui appartiene anche il Covid. In Africa non è mai esistita alcuna pandemia. Altro che vaccini al terzo mondo, sono loro che ci insegnano come reagire”. (Continua a leggere dopo la foto)
Sull’obbligare le persone guarite dal Covid a vaccinarsi fra sei mesi per poi riavere il green pass Tarro è netto: ““Questa è una follia, quando si è guariti si è già immuni. A meno che, e a pensar male si fa peccato, le vaccinazioni non sono in realtà legate a ragioni sanitarie ma di altra natura, soprattutto economica. Il sospetto di fronte a certe situazioni mi sorge quasi spontaneo”. In questi mesi Tarro ha assunto spesso posizioni critiche rispetto a quelle del Comitato tecnico scientifico e dei cosiddetti esperti. “Non mi interessa aver avuto ragione. Io mi sono sempre basato su ragionamenti scientifici e non ideologici. Di sicuro tanti dovranno rispondere delle sciocchezze che hanno detto spesso nei programmi televisivi dove sono stati pure pagati”. (Continua a leggere dopo la foto)
Attacca ancora Tarro: “Dovranno chiarire le loro contraddizioni, le cose dette e poi smentite dai fatti, le certezze poi ritrattate. Mi pare che alla fine tutto è andato come avevamo previsto. Le mie convinzioni si sono basate sempre sull’esperienza dei Paesi che per primi hanno gestito l’epidemia da Covid-19, Cina e India su tutte, che sono poi la maggioranza della popolazione mondiale. Loro grandi problemi non li hanno mai avuti. I cinesi hanno superato l’emergenza chiudendo le frontiere, mentre gli indiani pur con tutte le emergenze igieniche con cui devono convivere, grazie all’utilizzo dell’Ivermectina hanno tenuto la situazione sotto controllo. Hanno utilizzato un comunissimo anti virale che ha funzionato perfettamente anche senza le vaccinazioni”.
Ti potrebbe interessare anche: Celentano spiazza tutti: video-bomba contro i conduttori “oscurantisti” e il “pensiero dominante”