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Superbonus, ecco le novità allo studio del Governo. Il balletto (forse) sta per finire

Pubblicato il 28/06/2022 20:01

Superbonus sì, Superbonus no. Il balletto del Governo sulle cessioni del credito sembra essere senza fine. La data utile per avere un po’ di chiarezza, però, potrebbe essere quella di giovedì 30 giugno, dove, in teoria, verrà svelata la verità sul famigerato Superbonus. In Commissione alla Camera, infatti, si voterà il decreto Aiuti, il quale sarà accompagnato da una serie di emendamenti destinati a riscrivere ancora una volta le norme sulla cessione del credito. Da alcune indiscrezioni sembra che per sbloccare il mercato e scongiurare la crisi delle imprese rimaste senza liquidità, sarà probabile una nuova apertura verso la possibilità di cedere i crediti, ma solo dopo aver passato il filtro attento delle banche.
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Le nuove regole per il superbonus

Ma vediamo quali potrebbero essere le regole per le cessioni. Come riportato da la Repubblica, il già menzionato decreto Aiuti dovrà essere convertito definitivamente in legge entro il 16 luglio. Questo provvedimento ha riaperto alle cessioni senza limiti da parte delle banche, prevedendo però un preciso meccanismo:
prima cessione sempre libera, ossia verso qualunque soggetto, sia da parte dei committenti sia da parte dei fornitori che hanno applicato lo sconto in fattura;
seconda cessione da parte di chi ha acquisto il credito da un committente o da un fornitore solo all’interno del sistema degli operatori qualificati, vale a dire banche e intermediari finanziari iscritti all’albo, società appartenenti a un gruppo bancario, imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia, con possibilità di una ulteriore cessione sempre nei confronti degli operatori qualificati;
possibilità per le banche e le società appartenenti ad un gruppo bancario di cedere in qualunque momento i crediti ai propri correntisti che hanno la qualifica di clienti professionali privati, ossia imprese di grandi dimensioni con bilanci di 20 milioni di euro, fatturato netto 40 milioni di euro, /o fondi propri per due milioni di euro. Questi ultimi sono obbligati però ad utilizzare il credito solo in compensazione.
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Piattaforma non aggiornata

Come la più classica delle barzellette all’italiana, però, la nuova possibilità che il decreto Aiuti offre alle banche, al momento è, bloccata. Questo perché l’Agenzia delle Entrate non ha ancora aggiornato le funzionalità della Piattaforma di cessione per crediti, in modo tale da comunicare tali operazioni. Con il provvedimento del 10 giugno scorso, infatti, ha annunciato ufficialmente che questa nuova funzione sarebbe stata attiva solo a partire dal 15 luglio. Dunque, tutti gli istituti si trovano di fatto bloccati, visto che hanno raggiunto la capienza fiscale per poter compensare le imposte con i crediti acquistati dai propri clienti, al momento nell’impossibilità di cederli ad altri.
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Le richieste degli emendamenti

Ora il Governo sembrerebbe disposto ad accogliere alcuni degli emendamenti di cui parlavamo, nei quali si chiede, appunto, di consentire le cessioni dei crediti nei confronti dei correntisti degli stessi istituti che appartengono alla categoria delle piccole e medie imprese, a partire dai soggetti in possesso di partita Iva che nell’anno precedente a quello di acquisizione del credito abbiano depositato un bilancio uguale o superiore a 50.000 euro. Il numero di imprese potenzialmente interessate dal provvedimento sarebbe cospicuo e gli effetti sarebbero considerevoli, anche in virtù del fatto che i crediti potrebbero essere utilizzati non solo per compensare le imposte sui redditi ma anche l’Iva e per versare i contributi obbligatori per i dipendenti.

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