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“Stanno sbagliando tutto: vi spiego perché”. Il Nobel per l’Economia distrugge la Bce: così ci rovinano

Pubblicato il 09/01/2023 09:14 - Aggiornato il 19/01/2023 10:42

Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia e guru della Columbia University, ha sferrato un pesantissimo attacco contro la Fed e la Bce. Già capo economista della Banca Mondiale negli anni 90 e poi capo dei consiglieri economici di Bill Clinton (incarico che lasciò bruscamente in conflitto con il presidente dem) è sempre stato considerato un uomo con una gramìnde libertà di pensiero. Come scrive Repubblica nella sua intervista esclusiva, firmata da Eugenio Occorsio, “il più delle volte ha avuto ragione nel medio termine”. Dice Stiglitz nell’intervista: “Esistono fattori negativi oggettivi a partire dalla guerra in Ucraina e ora dalla travolgente crisi Covid cinese, però l’Occidente è piegato da un equivoco di fondo: che per combattere l’inflazione occorra una massiccia dose di aumenti dei tassi. Niente di più sbagliato e controproducente”. Una bordata che arriva dritta dritta nelle stanze della Bce. “L’elemento dominante è ovviamente l’inflazione, con la strenua battaglia che contro di essa hanno intrapreso le banche centrali: Washington, Francoforte, Londra, ora perfino Tokyo. Senonché in nome di questa battaglia, le banche stesse stanno provocando una recessione, o peggiorando il rallentamento. La lotta contro l’inflazione si combatte con le armi sbagliate”. (Continua a leggere dopo la foto)

Cosa c’è di sbagliato nella terapia adottata? Secondo Stiglitz tutto. A partire dall’analisi. Perché le economie del mondo libero rallentano, com’è inevitabile in presenza di una guerra come quella in corso in Ucraina. C’è da dire che però i prezzi salgono già da molto prima dell’invasione. E per questo sia la Fed che la Bce sono state accusate di essersi accorte in ritardo dell’inflazione. “Quello è stato il primo errore – tuona Stiglitz -. Ma il secondo e più grave è stato quest’attacco tardivo e frontale che rischia di avere impatti devastanti. Si dice, per motivare questa corsa selvaggia al rialzo, che bisogna recuperare al più presto il 2%, ma mi sembra un ragionamento farneticante. Non c’è motivo di tornare in fretta a quei livelli. Ci possono volere due-tre anni, perché affrettarsi a costo di azzoppare l’economia e di creare valanghe di disoccupati?”. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli analisti prevedono che il 2023 sarà l’anno della recessione. Anche su questo Stiglitz dice la sua, spiegando che dipenderà da vari fattori, e soprattutto dall’andamento della guerra. Per il premio Nobel a rischiare più di tutti è proprio l’Europa, ma prevede anche che sarà una recessione leggera. Ma quanto durerà? E quando se ne uscirà? Dipende molto dall’atteggiamento delle banche centrali. E quindi c’è poco da sperare, visti i capolavori che sono stati in grado di partorire alla Bce. Infatti, per Stiglitz è “sbagliato combatterla con gli aumenti dei tassi, che hanno solo l’effetto di rendere più complicati gli investimenti delle aziende che sarebbero vitali”. Più che il Pil, però, a preoccupare veramente è il tasso di disoccupazione che aumenta. Striglia Stiglitz: “Gli alti prezzi alimentari non scendono certo se aumenti i tassi ma richiedono una revisione delle politiche agricole di aiuto”. (Continua a leggere dopo la foto)

E l’Italia in tutto questo come è messa? Stiglitz, facendo un riferimento al nostro Paese, dice: “Ho studiato i metodi di determinazione dei prezzi dell’elettricità in Europa e in Italia, e mi sono convinto dell’urgenza di una riforma perché attualmente gli speculatori vengono premiati, e anche certi produttori. Si potrebbero abbattere su tutta la linea i prezzi. L’inflazione si auto-abbatte quando la domanda internazionale cala, altro che rialzi dei tassi, e i primi a scendere sono proprio i prezzi che avevano avviato il processo, quelli dell’energia”.

L’intervista completa è su Repubblica.

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