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“Ecco dove abbiamo sbagliato”: la clamorosa ammissione dello “Speranza tedesco” sulla pandemia

Pubblicato il 02/02/2023 14:07

Fuori dai nostri confini, il tempo delle ammissioni è già scattato. I protagonisti della gestione della pandemia si sono trovati a dover ammettere gli errori commessi, riconoscendo di aver adottato politiche restrittive esagerate e di aver calpestato ingiustamente i diritti dei cittadini. Dalle nostre parti, invece, tutto questo è ancora un’utopia. Anzi: i volti noti di quella stagione disgraziata continuano a pontificare dall’alto del loro ruolo di esperti o presunti tali, sempre che nel frattempo non siano diventati anche politici di professione. Con toni sempre accesi. Prendere per esempio Roberto Burioni, che in passato era andato all’attacco del tennista Novak Djokovic: “Il cretino olimpico”. Motivo di tanto astio? La scelta dell’atleta di non vaccinarsi. Con tanto di rosicata successiva al trionfo dell’atleta agli Australian Open: “Col suo comportamento è diventato un idolo per i pericolosi complottisti”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il clima, dalle nostre parti, è rimasto sempre quello: chi si oppone ai diktat di scienziati e virologi è additato come un pericolo pubblico, da emarginare e censurare. E pazienza se l’emergenza Covid è ormai da tempo alle spalle. In Germania, invece, la musica è di tutt’altro genere: il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach ha infatti ammesso pubblicamente quanto sia stato sbagliato chiudere le scuole in pandemia. (Continua a leggere dopo la foto)

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Vi immaginate il nostro Roberto Speranza prendere una posizione simile? Presentarsi davanti ai microfoni della stampa per spiegare di aver preso decisioni errate, pagate dalla popolazione italiana sulla propria pelle? Impossibile anche solo provare a pensarlo. Eppure il Corriere della Sera, proprio nelle scorse ore, ha dato spazio all’appello dei presidi italiani che lamentano casi di violenza e depressione in forte aumento tra gli alunni. (Continua a leggere dopo la foto)

Che c’entri, almeno in parte, la rinuncia forzata a preziosi spazi di socialità dei quali i nostri ragazzi sono stati privati per mesi e mesi? Secondo alcuni esperti potrebbe essere proprio così, ma nessuno dalle nostre parti se la sente di ammetterlo in via ufficiale. Come nessuno parla dell’errore commesso con l’obbligo vaccinale, quando le libertà dei cittadini sono state vincolate a somministrazini di farmaci che non prevenivano l’infezione da Covid. Piuttosto che farsi un’esame di coscienza, si preferisce ancora prendersela con Djokovic.

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