Inizia a circolare sempre più velocemente la voce di possibili dimissioni da parte del ministro Speranza, travolto dall’inchiesta della Procura di Bergamo. “Il ministro Speranza non ha raccontato cose veritiere, anche questo dovremo valutare”, ha detto infatti Antonio Chiappani, titolare dell’inchiesta, contattato dal quotidiano Domani. Le dichiarazioni rilasciate dal ministro della Salute Roberto Speranza durante la sua audizione davanti ai pm, dunque, non sono state veritiere. L’inchiesta, annunciano i procuratori che lavorano al fascicolo, dovrebbe concludersi a breve, forse già tra qualche settimana. E se dovesse arrivare un avviso di garanzia al ministro che sta continuando a disporre della vita degli italiani limitando addirittura le loro libertà? (Continua a leggere dopo la foto)
Come racconta Affari Italiani, “mentre l’Italia e il mondo intero sono alle prese con la nuova variante Omicron, emergono nuovi retroscena sull’inchiesta del tribunale di Bergamo, che indaga sulle mancate zone rosse nella Bergamasca (Nembro e Alzano) all’inizio della pandemia, la politica si interroga e in Parlamento sono in molti a chiedersi che cosa accadrebbe nel caso in cui un avviso di garanzia arrivasse al titolare della Salute. A fare le barricate uscendo allo scoperto è Stefano Fassina, deputato di Leu e collega di partito di Speranza”. (Continua a leggere dopo la foto)
L’economista di sinistra dichiara categorico ad Affaritaliani.it: “Dimissioni per un avviso di garanzia? Follia giustizialista”. Dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, alleati di Leu, nessuno parla a microfono acceso ma da fonti qualificate di entrambi i partiti il segnale che arriva è quello della massima prudenza. “Certo, dipenderebbe dalle accuse, ma tendenzialmente lo difenderemmo”, spiegano sia dal Nazareno sia dal movimento guidato da Giuseppe Conte. Per quanto riguarda Forza Italia, la parola d’ordine in questi casi è il garantismo, chiunque sia il politico interessato. (Continua a leggere dopo la foto)
Non è escluso – conclude Affari – “che sia il presidente del Consiglio Draghi a intervenire per facilitare un cambio alla guida del dicastero della Salute. Ipotesi, comunque, che resta sullo sfondo come extrema ratio”.
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