Venti ministri, di cui la metà donne, con i tecnici in numero leggermente superiore rispetto ai politici. La formula del nuovo governo Draghi esiste già, al contrario di un esecutivo che deve ancora nascere e che comprenderà tutte le forze politiche vittime dell’improvvisa folgorazione per l’ex presidente Bce, al quale nessuno chiede più conto della stagione di scellerate privatizzazioni o della benedizione all’acquisto di Antonveneta da parte di Mps. Una maggioranza larga, quella a sostegno di Draghi, larghissima. Nella quale potrebbe fare capolino addirittura il suo predecessore, Giuseppe Conte.
Una semplice suggestione? Forse. O forse no, considerando che nel corso delle ultime ore si sono rincorse le voci di un colloquio telefonico tra Draghi e Conte. Con l’Avvocato del Popolo che, a sorpresa, potrebbe puntare a una poltrona di peso nel nuovo governo, come il ministero degli Esteri. La casella è al momento occupata da Luigi Di Maio, che potrebbe però passare al Ministero della Transizione ecologica, già eletto dal Movimento a nuova bandiera di un presunto successo da sventolare. La corsa alla poltrona tra i Cinque Stelle è però gara affollata, con la partecipazione dei vari Patuanelli, Buffagni e Dadone. E Conte rischia di trasformarsi nella classica variabile a sorpresa capace di smontare ogni calcolo precedente.
Un eventuale ritorno di Conte non sarebbe affatto sgradito al Pd, alle prese a sua volta però con il problema di trovare una poltrona per i pretendenti più accreditati, tanti: su tutti Franchescini, Guerini e Orlando. La rosa della Lega, improvvisamente diventata europeista, è invece composta da Giorgetti, Garavaglia, Molinari, Romeo, Bongiorno e Stefani. Impossibile accontentare tutti e gli scontenti saranno in parecchi. Matteo Salvini non sembra però destinato a un ruolo di primo piano, in un patto tra partiti che dovrebbe prevedere un passo indietro da parte di tutti i principali leader.
Con tanti tecnici pronti all’ingresso nel governo, tra i quali i fedelissimi di Draghi Daniele Franco e Dario Scannapieco, i posti liberi si contano sulle dita di una mano. E così dentro Forza Italia sgomitano Antonio Tajani e la numero uno dei senatori Annamaria Bernini, che sembrano favoriti su Mariastella Gelmini. Renzi, invece, propone Teresa Bellanova, con Leu che cerca di fare quadrato intorno a Roberto Speranza.
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