Brutte grane per il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, il quale è stato accusato dalla Regione Lazio di aver svolto delle visite a pagamento mentre era in aspettativa. Con una nota della Direzione regionale Salute e Integrazione Socio-sanitaria della Regione, il membro del governo è stato quindi segnalato all’Ordine dei medici di Roma e all’Università di Tor Vergata, l’istituto dove Sileri lavorava da medico prima di diventare senatore del M5s. (Continua a leggere dopo la foto)

Mentre da più parti ora si chiedono le sue dimissioni, Sileri a Repubblica replica: “Si tratta di documenti vecchi e superati, notizie false create ad arte da gruppi di potere contro la mia persona”. Il quotidiano svela poi il contenuto della nota firmata dai dirigenti Massimo Annichiarico e Paola Maddaloni: “Il prof. Sileri ha esercitato attività professionale, sia pure di natura occasionale, presso la casa di cura Nuova Villa Claudia con oneri a carico del singolo utente e del Servizio sanitario regionale”. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrivono ancora i due dirigenti: “Trattandosi di attività non svolta presso l’amministrazione di appartenenza per il mantenimento di competenze, né (di insegnamento e tutoraggio) a titolo gratuito la presente verrà trasmessa all’Ordine dei Medici di Roma e all’Università di Tor Vergata”. La legge infatti consente a un medico in aspettativa di svolgere attività occasionali, ma solo “per evitare la perdita della professionalità acquisita”. Inoltre, le prestazioni devono essere gratuite e avvenire nella clinica dove si lavora. (Continua a leggere dopo la foto)

Già a maggio di quest’anno era scoppiato il caso con dei servizi de Le Iene. Sileri alla trasmissione aveva replicato: “Si trattava di attività di formazione e tutoraggio“. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha disposto un’istruttoria sul caso. Sileri rigetta la ricostruzione e spiega: “Per rendersene conto basta chiedere al direttore generale del Policlinico di Tor Vergata, al rettore, al direttore della scuola di specializzazione, all’assessore alla Salute del Lazio e al presidente dell’Ordine dei medici di Roma”.
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