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Senza lavoro e depressi. 200mila a rischio a causa della disoccupazione post-Covid

Pubblicato il 16/06/2020 12:04

Se continua così è meglio che il governo si prepari a rispondere anche della prossima emergenza. Gli esperti prevedono che sarà forte l’impatto sulla salute mentale determinato dalla disoccupazione generata dalla crisi economica. Diversi sono gli studi che confermano la tesi per la quale basso reddito e disoccupazione sono i due fattori che comportano un aumento (2-3 volte superiore) del rischio di ammalarsi di depressione. Ciò comporta anche un impatto nei costi per il sistema sanitario e sociale.

Secondo quanto riferito da AGI, Agenzia italiana, “il numero di depressi si appresta a raggiungere quello di malati di diabete in Italia”. È previsto un aumento sino a 150-200mila casi di depressione, pari al 7%. I dati riportati emergono dal percorso di sensibilizzazione di Fondazione Onda sulla tematica. Tale disturbo è riconosciuto dall’OMS come prima causa di disabilità a livello mondiale e in italia interessa circa 3 milioni di italiani, di cui 1 soffre della forma più grave, la depressione maggiore.

“È un disturbo fortemente invlidante, che impatta in maniera significativa sulla vita dei pazienti e della società” spiega Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Direttore del EEHTA del CEIS dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. “Basti pensare ai costi previdenzali legati all’elevato numero di i giorni di assenza dal lavoro, alla perdita di produttività, agli assegni ordinari di invalidità e alle pensioni di inabilità”. Le cifre per assegni e pensioni si aggirano attorno ai “106 milioni di euro, pari a 9.500 euro annui a beneficiario”.

Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Neuroscienze e Salute Mentale, ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, riferisce che “nell’arco di qualche mese si è verificato un aumento dei sintomi depressivi a causa della concomitanza di più fattori, quali distanziamento sociale, solitudine, paura del contagio ed evitamento”, ma si prevede un ulteriore aggravamento dovuto alle conseguenze della crisi economica. E ciò significa anche che “il peso economico della malattia è destinato ad aumentare”.