Transizione ecologica. Green. Ambiente. Il nuovo governo, anche su spinta dei 5Stelle, si sta riempiendo la bocca di queste parole. Il M5S ha perso la sua battaglia perché ha fatto istituire il ministero ad hoc ma non è riuscito a farsi dare pure la poltrona per guidarlo. La poltrona, infatti, come è noto è andata a Roberto Cingolani, il quale grillino non lo è di certo e, soprattutto, è già in odor di conflitto d’interessi. Poi se si va a guardare i tecnici che si è scelto, allora c’è davvero da star poco tranquilli. Altro che svolta… In un pezzo dal titolo emblematico “L’ambiente in mano ai nemici dall’ambiente”, pubblicato su Il Fatto Quotidiano, Marco Palombi ricostruisce la tela: “L’assetto del ministero che porta quel nome (ex Ambiente più deleghe sull’energia) – che gestirà almeno il 37% dei fondi del Recovery Plan – ce ne dà una prima idea: domina il business”. (Continua a leggere dopo la foto)
Spiega Palombi: “La struttura guidata dal fisico Roberto Cingolani nasce di fatto cancellando la stagione di Sergio Costa all’Ambiente, assai poco gradita alla Confindustria. A guidare la “transizione ecologica” col neo ministro tornano i dirigenti che accompagnarono la non indimenticabile stagione di Gian Luca Galletti, politico Udc che fu a capo del dicastero con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Capo di gabinetto sarà il consigliere parlamentare Roberto Cerreto, che ebbe lo stesso ruolo nel ministero per le Riforme di Maria Elena Boschi, che poi lo volle pure come capo del legislativo a Palazzo Chigi quando divenne sottosegretaria di Gentiloni”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ti potrebbe interessare anche: Consiglio di Stato, stop agli impianti dell’ex Ilva. Respinta la richiesta di ArcelorMittal
Continua Palombi: “Anche all’ufficio legislativo tornano i tempi di Galletti: il capo sarà Marcello Cecchetti, professore a Sassari, giurista d’area Pd anche lui con ascendenze renziane (fu assistente di studio di Ugo De Siervo, i cui due figli – Luigi e Lucia – sono amici e sodali del capo di Italia Viva, che da sindaco nominò Cecchetti in una commissione per studiare “una legge speciale per Firenze”). Il suo vice sarà invece l’avvocato Marco Ravazzolo, anche lui a suo tempo consigliere di Galletti, ma soprattutto dirigente di Confindustria, di cui finora è stato responsabile Ambiente”. (Continua a leggere dopo la foto)
E poi un focus su Cingolani che essendo dall’estate 2019 è Chief Technology Innovation Officer di Leonardo, pone l’istituzione in una posizione imbarazzante. “Ad esempio, tra i dossier su cui dovrà decidere a breve, il ministro, che è in aspettativa dal colosso della difesa, troverà anche l’ultimo capitolo di un lungo contenzioso proprio tra Leonardo e il ministero dell’Ambiente sul vecchio Sistri, una roba che vale circa 90 milioni di euro. Cingolani, dipendente in aspettativa di Leonardo, dovrà dunque decidere se resistere in giudizio o andare al Tesoro e chiedere di pagare (e quanto) il suo datore di lavoro. Non solo transizione, allora, sarà anche ministro della transazione”.
Ti potrebbe interessare anche: Consiglio di Stato, stop agli impianti dell’ex Ilva. Respinta la richiesta di ArcelorMittal