Si aggiunge un nuovo capitolo alla tormentata storia degli impianti dell’acciaieria dell’ex Ilva. Il giudice ha rigettato “la rischiesta di sospensiva, presentata dalla società ArcelorMittal, contro la la sentenza del Tar di Lecce che impone all’azienda di ottemperare all’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e di spegnere gli impianti dell’area a caldo entro il 14 aprile perchè pericolosi per la salute umana.
Ricordiamo che con l’ordinanza del 27 febbraio 2020 il sindaco Melucci imponeva ad ArcelorMittal Italia e Ilva di individuare in 30 giorni le fonti inquinanti del siderurgico, rimuovendole, e, in difetto di adempimento, di spegnere gli impianti entro ulteriori 30 giorni.
I termini, che erano stati sospesi con le ordinanze cautelari del Tar, “hanno ripreso a decorrere dopo il deposito della sentenza appellata dal 14 febbraio 2021”.
Secondo il presidente della Quarta Sezione del Consiglio di Stato “non risulta e non è stata comprovata la circostanza che, in assenza di immediate misure cautelari, per l’appellante si produrrebbe uno specifico pregiudizio irreparabile, prima della data dell’11 marzo 2021”, data prevista per la riunione dell’organo collegiale e durante il corso della quale sarà presa la decisione.