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Scandalo nel Pd: le spese faraoniche di Bonaccini. Sondaggi, il partito rischia di sprofondare

Pubblicato il 09/09/2022 11:32

Il Pd è tra i partiti che se la sta passando peggio in vista delle elezioni del 25 settembre. Messosi totalmente a servizio del Sistema, in quanto parte di esso, sta lasciando per strada caterve di elettori. E il bello è che non si aiutano nemmeno dall’interno. Visto che è in corso una faida nemmeno troppo silenziosa tra Letta e Bonaccini, rispettivamente attuale segretario e (probabilmente) prossimo sostituto. Letta traghetterà il Pd sotto la soglia di allarme del 20%? È un’ipotesi di giorno in giorno più concreta. E così nel partito sono già pronti a fargli la festa. Come scrive Il Fatto Quotidiano in un retroscena pubblicato il 9 settembre, “nell’inner circle di Stefano Bonaccini hanno già cominciato a interrogarsi su cosa preveda lo Statuto del Pd in caso di dimissioni del segretario. Perché il presidente dell’Emilia-Romagna vorrebbe togliersi di dosso il vestito di eterno candidato e provare ad assumere la guida del Nazareno, passando per i gazebo. Questo significa che – ove Enrico Letta dovesse lasciare – subentra la presidente (Valentina Cuppi), che deve indire a stretto giro un’Assemblea per eleggere un traghettatore”. (Continua a leggere dopo la foto)

Per semplicità potrebbe toccare a uno dei due vicesegretari, con qualche preferenza per Irene Tinagli, che è la vicaria, rispetto a Peppe Provenzano. Due figure, peraltro, molto diverse. Scrive Wanda Marra: “Il livello di approfondimento a cui è arrivato il dibattito la dice lunga sia sulla fiducia che i dem nutrono sull’esito del voto, sia sulla loro lealtà nei confronti di Enrico Letta. Il quale ha provato martedì a lanciare l’affondo, individuando in un 4 per cento (da togliere al Terzo Polo e ai 5 Stelle) la percentuale necessaria per passare da una sconfitta che si preannuncia sonora a una sorta di testa a testa. L’asticella del segretario è il 25 per cento, ma il sondaggio di Noto di ieri lo dava al 19,5: un numero che ha provocato una nuova serie di maldicenze all’indirizzo della gestione della campagna elettorale”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Letta è buono solo per una cosa: portare il Pd dal Campo largo al Campo santo”, è il genere di battuta che gira tra candidati in posti non blindati. Chi lo dice in maniera più elegante è apodittico: “Le ha sbagliate tutte”. Intanto domani parte da Brescia il bus elettrico, che avrebbe dovuto girare l’Italia, ma non è molto chiaro quante tappe riuscirà a fare: ha un’autonomia limitata, mancano le colonnine e per di più va a 70 all’ora. E così, c’è già voglia di cambiamento e rispedire il nipote del ben più noto Gianni a Parigi a fare il mestiere che forse gli riesce meglio. Però anche dal possibile subentrante, Bonaccni si diceva, non vengono buone notizie. A far scandalo in queste ore sono le spese folli e faraoniche della sua Amministrazione. (Continua a leggere dopo la foto)

Come scrive Libero, “il governatore modenese, da sempre arruolato nelle file della sinistra, nel tempo ha messo in piedi una vera e propria macchina di informazione che in Italia ha pochi eguali, sia per numero di addetti, sia per costi. Bonaccini non bada a spese. Le cifre impegnate a bilancio per gli stipendi del personale per la comunicazione nel 2021 in Emilia Romagna sono impressionanti: due milioni e centomila euro. Ben 57mila euro in più rispetto al bilancio precedente, dieci volte maggiori a quelle deliberate lo stesso anno dalla Giunta del Veneto, quattro volte in più rispetto a quelle della Giunta del Lazio. A questi già alti costi, va aggiunto il budget per le campagne pubblicitarie (consulenze, spazi pubblicitari, etc.) pari a un milione e 700mila euro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel servizio “comunicazione” emiliano-romagnolo – denuncia ancora Libero – c’è un vero plotone di arruolati: “Per la Giunta regionale lavorano 9 addetti, tra comunicatori e personale amministrativo, mentre il servizio ‘informazione’ annovera 18 collaboratori tra giornalisti e personale di segreteria. Dunque 27 in totale, due in più rispetto al 2020. Le qualifiche dei singoli sono tutte molto alte, con stipendi più importanti rispetto a quelli dell’Assemblea, in quanto ci sono indennità specifiche per l’Agenzia di informazione. Le competenze dell’ufficio, come viene specificato nella delibera, sono la veicolazione informativa e comunicativa di tutto quanto viene prodotto dagli assessorati e dalle varie direzioni generali”. Cosa parzialmente vera, perché nel tempo alcune direzioni generali sono diventate addirittura autonome in tema di comunicazione. (Continua a leggere dopo la foto)

“Giuseppe Pace è il super dirigente (nel 2018 il suo rinnovo di contratto era di 121,700 euro annui), a capo dell’Agenzia di informazione, cui fanno riferimento gli uffici stampa “esterni” della Regione: Protezione civile e Arpae. Oltre a Pace, appaiono un capo redattore (117mila euro), 4 vice capi redattore (da 86 a 106mila euro), 4 capi servizio, 2 vice capi servizio, 4 capi servizio, 3 redattori esperti e altri redattori. Ma la cosa più bizzarra è che, nonostante questa nutrita squadra all’opera nella macchina comunicativa della sinistra, nel 2018 la Giunta Pd di Bonaccini ha affidato anche un incarico diretto, senza bando, a “Tracce”, un’agenzia modenese (che tra l’altro ha avuto un ruolo anche nella campagna elettorale di Bonaccini e quindi pagata con soldi pubblici), di strategia della comunicazione istituzionale. Un incarico da 225mila e 700 euro Iva inclusa, cui si sono aggiunti altri quasi 45mila euro sborsati sempre a Tracce fino al febbraio 2021 per migliorare la comunicazione “rallentata” nel periodo del Covid.

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