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Salvini ora punta il dito contro il canone Rai. Ma l’unico che continua a provare davvero ad abolirlo è Paragone

Pubblicato il 19/09/2022 10:11

Il 25 settembre si avvicina, inesorabile, e i leader dei principali partiti italiani continuano la loro personalissima corsa al trasformismo più sfrenato, tentando di dare agli elettori un’immagine completamente diversa dalla realtà per convincerli al voto. Giorgia Meloni, dopo aver saldato l’asse con Mario Draghi, tenta di tanto in tanto di tornare leader dell’opposizione, la sinistra continua a parlare di pericolose derive fasciste all’orizzonte, Conte tenta disperatamente di riportare indietro le lancette del tempo ai fasti del M5S. E poi c’è Salvini che si è fatto portavoce, di recente, di una nuova istanza: l’abolizione del canone Rai.

Alla disperata ricerca di consenso in un centrodestra che vede ormai la Lega in posizione subordinata a Fratelli d’Italia, Salvini ha rispolverato così l’idea dell’abolizione dell’odiata gabella che ogni anno gli italiani, volenti o nolenti, si trovano a dover versare, a fronte di un servizio pubblico sempre meno accattivante. “Dall’anno prossimo mi impegno che la tv pubblica campi di pubblicità e ascolti” ha annunciato tronfio il leader della Lega. Peccato che lo stesso Salvini abbia già in passato rispolverato il suo cavallo di battaglia, senza però mai passare dalle parole ai fatti.

L’unica vera proposta di abolizione del canone Rai, infatti, è firmata dal partito Italexit del senatore Gianluigi Paragone, che già ai tempi della militanza del M5S aveva intavolato una proposta per evitare altri esborsi alle famiglie italiane. Una mossa che avrebbe dato una mano a tanti cittadini e allo stesso tempo, eliminando il tetto pubblicitario, avrebbe dato via a una vera e propria concorrenza tra la tv di Stato e gli attori privati del sistema radiotelevisivo. Alla gente la proposta piaceva, ovviamente, al Pd assolutamente no. E con il saldarsi dell’asse Pd-Cinque Stelle, non era stato possibile portare avanti l’iniziativa.

L’unico disegno di legge per abolire realmente il canone, insomma, porta la firma di Paragone. Che anche in questi mesi è tornato alla carica, sottolineando come il servizio offerto dalla Rai sia andato drammaticamente peggiorando durante la pandemia e la guerra in Ucraina: ogni voce fuori dal coro si è vista stringere il bavaglio intorno alla testa. Perché, allora, insistere con l’obbligo di pagamento del canone? Italexit si è schierata apertamente. Salvini e la Lega, di contro, tentano di sfruttare la rabbia degli italiani per un pugno di voti in più, senza la reale intenzione di muovere un dito.

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sa di fare una vera e propria riforma della Rai e del mercato pubblicitario, a partire dagli Ott, vogliamo aiutare le famiglie italiane abolendo il canone. Ovviamente, questo comporta l’inevitabile scelta di eliminare anche il tetto pubblicitario dando il via a una vera e propria concorrenza, che oggi non c’è, tra il servizio pubblico, Mediaset, La7 e tutti gli attori privati del mercato radiotelevisivo. Questo è lo spirito del disegno di legge che ho presentato in Senato”. Lo annuncia, in una nota, il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Vigilanza Rai, Gianluigi Paragone.