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“Non si può fare”. L’Europa si rimangia Draghi e lascia al freddo l’Italia: le mosse della Commissione

Pubblicato il 09/11/2022 08:30

In Italia i draghisti e i draghiani hanno provato a far credere che prima di lasciare Palazzo Chigi “Super Mario” avesse fatto l’ultimo capolavoro, l’ultima grande impresa per il nostro Paese: arrivare all’accordo sul price cap al gas in Europa. Ma le cose non stavano esattamente così, e infatti adesso è tutto a rotoli. “I Paesi membri sono divisi e quelli con spazio fiscale maggiore sono i meno interessati, poiché temono di più le implicazioni sulla sicurezza degli stock”, ha detto ieri Stefano Grassi, capo di gabinetto della commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson, all’Europarlamento. Ma in realtà è anche la stessa Commissione a rallentare. Come racconta Il Fatto Quotidiano, “Bloomberg, Politico e Reuters” riferiscono che “la Commissione europea, lunedì, ha segnalato in un incontro con gli ambasciatori degli Stati membri (preparatorio rispetto alla riunione dei ministri dell’Energia che si terrà a fine mese) che fissare un tetto al prezzo del gas sui mercati dell’Ue era rischioso, quasi impraticabile e non raccomandato”. (Continua a leggere dopo la foto)

Per l’Ue è dunque meglio puntare su altre misure per limitare la volatilità dei prezzi dagli acquisti comuni di gas al risparmio energetico. “Un accordo, insomma, è sempre più lontano. I funzionari di Bruxelles avrebbero sostenuto che sia impossibile fissare un tetto che non metta a rischio la sicurezza delle forniture e non abbia impatto sui contratti a lungo termine già in vigore”. E questo va a tutelare in modo particolare chi? Indovinate… La Germania. Sempre per il principio che Unione Europea – lo ribadiamo per chi ancora non l’avesse capito e ancora ci crede – vuol dire Germania e viceversa. Poi ha suggerito un meccanismo per limitare i picchi eccessivi e distribuire nel tempo i costi in aumento, “di fatto guadagnando così l’approvazione di Germania e Paesi Bassi che sin dall’inizio si stanno opponendo a ogni tipo di price cap e le cui istanze potrebbero essere state anche ‘aiutate’ dal calo del prezzo del gas”. (Continua a leggere dopo la foto)

Italia, Polonia, Belgio e Grecia restano invece sul fronte opposto. “Il presidente belga del Consiglio europeo, Charles Michel, ha inviato una lettera a Von der Leyen invitandola a presentare urgentemente le proposte legislative su cui la Commissione, pur con vaghezza, si è impegnata. La proposta, dice Michel va fatta sui diversi elementi del pacchetto energia”, incluso “il price cap dinamico e la piattaforma comune per gli acquisti di gas. C’è una responsabilità nell’assicurare l’attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo”. Avrebbe poi osservato come a questo punto, e in vista del Consiglio Affari Energia del 24 novembre, ci sia “necessità di chiarezza sull’organizzazione del lavoro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Sempre Michel ha fatto sapere che “devono essere presentate proposte sui vari elementi del pacchetto” anche se dovessero essere solo “parziali” e quindi, oltre al corridoio dei prezzi del gas, anche la piattaforma comune, la riforma del mercato dell’elettricità, i sostegni economici”. Il ministro dell’Energia lituano Dainius Kreivys, invece, ha detto: “L’umore è che altrimenti la maggioranza assoluta dei Paesi (almeno 15 secondo Reuters, ndr) sia disposta a bloccare il regolamento”. Se l’accordo dovesse slittare, il tema tornerebbe al prossimo vertice dei leader Ue a metà dicembre. Ancora più tardi di quanto non sia già. Intanto l’Italia sta al freddo e paga prezzi esorbitanti. Ma in patria si racconta del successo di Draghi…

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