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“Ce lo ha imposto Di Maio”. La pesante accusa dell’ex ministro: “Lo hanno nascosto dietro la tragedia di Genova”

Pubblicato il 29/11/2022 13:18

“Tecnicamente fu Vito Crimi a seguire il provvedimento, da sottosegretario a Palazzo Chigi. Ma si spese soprattutto Luigi Di Maio, ponendola come condizione”. La vicenda del condono di Ischia del 2018 continua ad avere molti strascichi. E non poteva essere altrimenti, vista la tragedia che si è consumata. Le accuse ora sono incrociate tra Lega e Movimento 5 Stelle, ossia la maggioranza gialloverde che sosteneva Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. E fu proprio Conte, infatti, a firmare quel decreto. Secondo Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture in quota Lega e sottosegretario, sempre al Mit, ai tempi del Conte I, governo gialloverde, rivela oggi a Repubblica: “Noi avevamo la necessità di fare il decreto Genova e all’ultimo momento il M5S ha chiesto di inserire il condono di Ischia. Ci fu una fortissima pressione dei 5 Stelle. E per fare il decreto sul ponte abbiamo dovuto accettare quella parte”. (Continua a leggere dopo la foto)

Di Maio in sostanza disse: o così o non votiamo il decreto Genova? Secondo Rixi andò proprio così. “Come in tutti i governi si va a mediare. Io ero abbastanza perplesso sull’inserire quella norma. Non perché non ci fossero temi che andassero effettivamente approfonditi. Ci sono milioni di edifici in Italia che sono in sospeso tra l’essere definiti conformi alle norme o abusivi, per i procedimenti bloccati negli uffici. Ma erano due temi scollegati, il ponte e il condono”. Venendo all’oggi, Rixi dice: “Bisogna dare una priorità al governo. In Campania la situazione è oggettivamente complessa. Col fatto che la Regione ai tempi del condono di Berlusconi bloccò tutte le pratiche, noi abbiamo in alcuni casi realtà che in altre regioni sono state condonate e lì no”. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega Rixi: “C’è stato un cortocircuito nel sistema, per cui è sullo stesso piano chi ha aperto una finestra e chi ha costruito l’ecomostro. Servono norme uguali per tutti, altrimenti c’è una confusione totale. Il punto è: o i problemi si affrontano oppure si piangono i morti. Dobbiamo capire se le costruzioni lì sono state il motivo dell’evento calamitoso o se il problema è che non si è mai investito in quel versante della montagna. Una soluzione va trovata. Far finta di niente non aiuta”. (Continua a leggere dopo la foto)

Infine, Lorenzo De Cicco chiede a Rixi se rivoterebbe il famigerato articolo 25 del decreto Genova, quello sul condono. E il sottosegretario replica: “Lo rivoterei per forza, altrimenti non si sarebbe ricostruito il ponte di Genova. Ma è stata una scelta parlamentare quella di accorpare l’emergenza in Liguria con il condono. Qualcuno ha utilizzato quel momento per sistemare altre cose. Quando si arriva a mediazioni governative, ci sono pro e contro. Ma anche senza quel condono, in assenza di lavori sulla montagna, la tragedia ci sarebbe stata lo stesso. Ne sono convinto”.

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