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Riaperture? Macché: resta tutto chiuso! Fino al 26 aprile saracinesche giù e coprifuoco

Pubblicato il 06/04/2021 08:30 - Aggiornato il 06/04/2021 08:31

Di riaprire non se ne parla. Il coprifuoco viene prorogato e i ristoranti non potranno tornare ad accogliere i loro clienti. L’Italia cambia colore, ancora una volta, ma fino almeno al 26 aprile non si parla di riaperture. Il governo, prima di quella data, non ci pensa nemmeno a mettere la firma sotto un provvedimento di deroga che disponga le prime riaperture: bar e ristoranti a pranzo (magari con un orario in un primo tempo ridotto fino alle 16). Nessuna zona gialla, sospesa come si sa per decreto fino al 30 aprile. Fonti di governo fanno sapere a Repubblica che però c’è questo spiraglio di anticipare di 4 giorni le possibili riaperture, “un piccolo segnale” che anche al premier Draghi piacerebbe dare. (Continua a leggere dopo la foto)

La partita è tutta interna al governo tra “aperturisti” (Lega, Forza Italia e Italia Viva) e rigoristi (tutti gli altri) che senza le rassicurazioni del Cts non intendono muoversi in avanti. Perché il 26 aprile, dunque? Perché secondo i calcoli per quella data la campagna vaccinale dovrebbe avere raggiunto la quota prefissata delle 500.000 somministrazioni al giorno. Si legge su Repubblica: “Con un obiettivo comune: riportare tutti i ragazzi in classe, anche quelli delle superiori, per la fine della scuola, almeno un mese prima degli esami di maturità. Nell’Italia da oggi ancora solo bicolore (nove regioni ancora in rosso a cui potrebbe aggiungersi anche la
città di Palermo come chiesto dal sindaco Orlando)”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Intanto i governatori chiedono al governo una road map certa che dia un orizzonte certo ai cittadini e agli operatori economici e che “consenta di programmare una stagione estiva che rischia di essere compromessa se l’Italia, già in ritardo rispetto ai suoi competitor, non sarà in grado di formulare un’offerta turistica. Il tagliando allo stato di salute del Paese (espressamente previsto nel decreto che entra in vigore domani) è fissato intorno al 20 aprile ma il governo punta a stringere i denti ancora per una settimana”. (Continua a leggere dopo la foto)

Giovedì ci sarà la Conferenza Stato-Regioni a cui, assieme alla ministra Gelmini, parteciperanno il premier Draghi e il ministro dell’Economia Franco. I governatori chiederanno di premere sull’acceleratore per riaprire. Bar e ristoranti dovranno essere le prime attività a rialzare le saracinesche (forse insieme a musei e mostre) con cinema e teatri che adesso ci sperano davvero dopo la presa in giro del 27 marzo. “Per le zone rosse la richiesta è il ritorno al lavoro di barbieri, parrucchieri e centri estetici per poi riaprire la mobilità tra le regioni”.

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