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Scuola, 6 Regioni bocciano la Azzolina: “Apertura rinviata. Così non è possibile”

Pubblicato il 01/09/2020 15:53

Cresce di ora in ora il fronte delle Regioni che stanno pensando ad un rinvio dell’inizio dell’anno scolastico. Le norme messe in campo dal governo e la totale improvvisazione della Azzolina preoccupano molte zone d’Italia. I nodi da sciogliere sono ancora tanti e il Ministero dell’Istruzione non fa che aumentare la confusione. A ciò si aggiunga anche l’appuntamento con referendum ed elezioni regionali del prossimo 20 settembre: l’intento di alcuni governatori sarebbe proprio quello di riaprire la scuola in sicurezza dopo la tornata elettorale.

A pensare ad un inizio posticipato della scuola sono al momento sei regioni: si tratta di Puglia, Calabria e Abruzzo, che hanno già ufficializzato la nuova data, e probabilmente anche la Campania e la Basilicata che seguiranno a ruota. L’idea è quella di far tornare in aula studenti e docenti dal 24 settembre. Il Friuli ha invece già deciso per la ripartenza il 16 settembre e la Sardegna per il 22. Gli interrogativi a cui la Azzolina non riesce ancora a dare risposta sono davvero troppi: dagli organici alle aule, e poi i banchi monoposto che arriveranno in ritardo in molti istituti, gli spazi inadeguati, il nodo mascherine e quello delle mense.

E ancora: il problema dei docenti fragili, vale a dire gli over 55 con fattori di rischio, circa 400mila lavoratori, per i quali dovrebbe arrivare nelle prossime ore una circolare del Ministero della Salute dopo il boom di richieste di esonero arrivate ai presidi nei giorni scorsi. E il caos generato dalla questione trasporti. Come si fa a riaprire così? Non se lo chiedono solo le Regioni, ma anche i docenti stessi, le segreterie, gli studenti, i presidi, i sindacati, le famiglie.

Intanto il ministro Speranza fa le veci dell’Azzolina in panne e in una nota spiega che è “realistico preparare e pianificare la disponibilità dell’apprendimento online per integrare l’apprendimento nel prossimo anno scolastico” nel caso in cui dovessero esserci nuove chiusure dovute a nuovi eventuali focolai di contagio. terranno le lezioni di recupero a distanza, così come avvenuto durante il lockdown.

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