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Virginia Raggi dà uno schiaffo a Casapound: blitz con la Digos nella sede abusiva a Roma

Pubblicato il 25/07/2019 16:00

Virginia Raggi si ribella alla provocazione di CasaPound e va di persona alla sede abusiva a Roma. Via la scritta dall’edificio occupato dal movimento di estrema destra, dunque. Nella mattinata di giovedì, la sindaca di Roma si è recata allo stabile di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino, dove alcuni agenti della Digos hanno notificato il provvedimento.

Secondo le prime indiscrezioni, nell’atto della polizia viene fornito anche un termine temporale per l’eliminazione della grande scritta sulla facciata del palazzo, spiegando che l’affissione è abusiva.

È stata la stessa Raggi ad annunciare con un tweet l’operazione davanti alla sede della tartaruga frecciata. Nel suo post social che la mostra davanti alla sede di Casapound insieme ad alcuni agenti della Digos si legge: “Ripristiniamo la legalità. Oggi notificato atto che impone di eliminare la scritta abusiva di #Casapound dall’edificio occupato in via Napoleone III simbolo della prepotenza”.

Nel caso in cui la formazione di estrema destra decidesse di opporsi alla rimozione, la sindaca ha annunciato che questa verrà portata a termine con un nuovo intervento delle forze dell’ordine: “Se Casapound non ottempererà spontaneamente a ciò che prescrive la notifica, ovvero la rimozione della scritta abusiva dal palazzo, si procederà in modo coatto”, ha concluso.

La sindaca, dunque, non ha digerito la provocazione imbecille del gruppo di estrema destra e ha reagito di conseguenza, facendo valere larma della legge e della legalità.

All’azione della sindaca ha risposto Luca Marsella, consigliere di Casapound del X Municipio: “Aspetto la Raggi, anche davanti all’ex colonia Vittorio Emanuele di Ostia occupata da centinaia di immigrati – ha dichiarato – A differenza di Casapound, questo è un immobile del Comune di Roma dove il sindaco ha facoltà di intervenire ma non lo fa. Anzi, paga le utenze agli occupanti. Oggi si è presentata in via Napoleone III perché evidentemente non ha digerito la mia denuncia”.

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