Uno scandalo che potrebbe presto allagarsi a macchia d’olio, quello che ha visto finire in manette la vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili, socialista greca accusata di “corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione ad un’organizzazione criminale”. Stessa formula utilizzata nei confronti del compagno italiano Francesco Giorgi, assistente parlamentare di un altro deputato italiano non coinvolto nella vicenda, e per l’ex deputato del Pd Antonio Panzeri. Secondo la procura di Bruxelles sarebbero tutti coinvolti nel “sospetto versamento di importanti somme di denaro e offerte di regali significativi” da parte del Qatar, Paese che sta ospitando i Mondiali di calcio ancora in corso. La corruzione degli arrestati sarebbe stata finalizzata proprio ad assicurare che la competizione si svolgesse nella penisola araba. (Continua a leggere dopo la foto)
I giudici hanno anche confermato i domiciliari, in Italia, per la figlia e la moglie di Panzeri, accusate di favoreggiamento, mentre il padre di Kaili è stato rilasciato, dopo essere stato sorpreso con una valigia piena di contanti. In un comunicato riportato anche da Libero, la procura belga ha fatto sapere di avere perquisito anche il domicilio dell’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella, che però non risulta indagato, nonché gli uffici parlamentari di un assistente dello stesso deputato e della collega belga Maria Arena. Uno dei due assistenti sarebbe italiano. (Continua a leggere dopo la foto)
La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola hasospeso “con effetto immediato tutti i poteri, compiti e le deleghe di Eva Kaili nella sua qualità di vicepresidente del Parlamento europeo”, misura resa possibile dalla flagranza di reato. La sensazione è che presto l’indagine potrebbe interessare anche altri esponenti del Parlamento, come ha ipotizzato l’europarlamentare greco indipendente Stelios Kouloglu (eletto con Syriza). Il presidente dell’intergruppo anticorruzione del Parlamento europeo Daniel Freund (Verdi) ha sottolineato come potremmo essere di fronte a uno dei più gravi scandali a Bruxelles degli ultimi decenni, che dimostrerebbe “con quanta aggressività i Paesi terzi cercano di esercitare influenza nella Unione Europea”.
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