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“Pronti a tradire”. Il piano della Meloni per sfilare i “centristi” a Berlusconi: “10 deputati e 4 senatori”

Pubblicato il 15/10/2022 12:43

Neanche il tempo di festeggiare il risultato delle elezioni del 25 settembre, quelle che hanno incoronato Fratelli d’Italia primo partito del Paese, che subito per Giorgia Meloni sono iniziati i guai. E grossi, a giudicare dal clima tesissimo che si respira da giorni all’interno della coalizione di centrodestra. Silvio Berlusconi ha voluto mettere subito in chiaro le cose, facendo capire di non essere disposto a subire passivamente i diktat degli alleati. E così alla bocciatura di Licia Ronzulli, che il Cavaliere avrebbe voluto ministra, è seguito il mancato sostegno all’elezione di Ignazio La Russa come presidente del Senato. Un piccolo strappo destinato comunque a ricucirsi? Questo dicono dalla maggioranza. La verità, però, potrebbe essere diversa. (Continua a leggere dopo la foto)

Come rivelato dal Tempo, infatti, in attesa di capire se tornerà il sereno tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, dentro Fratelli d’Italia ci si starebbe muovendo per non farsi trovare impreparati in vista della formazione del nuovo governo. Il primo punto da capire è che cosa faranno le truppe di Forza Italia, divise tra chi segue la linea intransigente di Licia Ronzulli, più salda al Senato, e quella governista di Antonio Tajani, le cui fila, in particolare alla Camera, sarebbero in netta crescita. (Continua a leggere dopo la foto)

Il rischio è il seguente scenario: “Se nelle prossime ore gli eventi dovessero precipitare, si aprirebbe un solco e si imporrebbe una scelta, dentro o fuori dalla coalizione per Meloni premier”. In quest’ottica sarebbe da registrate un incontro tra Lorenzo Cesa e Francesco Lollobrigida, fedelissimo di Meloni. I due avrebbero studiato le mosse per poter creare un gruppo autonomo di Noi Moderati, anche se numeri alla mano al momento i numeri non sarebbero sufficienti e servirebbe una deroga del Parlamento. (Continua a leggere dopo la foto)

Quale sarebbe lo scopo di questa formazione? “Nei progetti centristi, diventerebbe un contenitore buono anche ad accogliere chi non volesse seguire il Cavaliere, se mai dovesse strappare. Senza Forza Italia, fanno di conto gli ex diccì, servono una decina di deputati e quattro senatori per raggiungere la maggioranza semplice nei due rami del Parlamento”.

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