Un docente di storia e filosofia contrario al Green pass si “astiene” dal fare lezione. Succede al liceo scientifico e delle scienze umane Gullace, in zona Cinecittà-Don Bosco, a Roma, dove il prof Davide Tutino, il 6 ottobre, ha fatto presente che non sussistendo “in tutti i sensi” le condizioni di sicurezza ha incrociato le braccia. La sua storia l’ha raccontata Repubblica, parlando di una sorta di sciopero bianco. “O, come dice lui, ‘una lezione di nonviolenza attiva’”. Spiega il prof: “Nonostante le sollecitazioni della scuola Città Metropolitana non ripara le serrande rotte, siamo al buio e senza ricambio d’aria”. (Continua a leggere dopo la foto)
Eppure, dice lui, “noi docenti siamo costretti a subire tamponi ogni due giorni, mentre il governo dichiara apertamente che questa tortura psicofisica ed economica ci è inflitta per estorcere un consenso sanitario non dovuto. Poi arriviamo a scuola, e le stesse istituzioni ci costringono a lavorare in luoghi malsani e insicuri”. Un po’ come a dire, insomma: il Green pass, in nome della sicurezza, sì, mentre nelle scuole abbondano i problemi. (Continua a leggere dopo la foto)
Per lui “che la mancata lezione è stata essa stessa una lezione, verbalizzata nel Registro Elettronico. Si tratta di educazione civica, che va vissuta nel corpo, con gli studenti, non solo a parole. Questa azione nonviolenta vuole affermare i loro e i nostri diritti, mettendo le istituzioni di fronte alle proprie contraddizioni”. L’ha ribadito anche in una lettera inviata alla preside, ai responsabili della sicurezza del plesso, ai suoi colleghi, chiedendo che le sue parole venissero inoltre inoltrate al consiglio d’istituto e alle rappresentanze sindacali. (Continua a leggere dopo la foto)
“Mi trovo costretto a fare tamponi in nome della sicurezza, ma le omissioni e i ritardi delle Istituzioni che mi impongono tali trattamenti mi fanno anche lavorare in aule insicure, senza adeguato ricambio d’aria e senza luce – prosegue Tutino – . Così ieri (e oggi ndr) ho dovuto astenermi dal tenere lezione, spiegando agli studenti il mio tentativo di tutelare i loro e nostri diritti”. Dalla sua versione ha subito preso le distenza la preside: “L’aula del prof Tutino è provvista di due ampie finestre dotate di tapparelle automatiche che sono state sistemate”.
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