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Prezzi gonfiati e certificati falsi: lo scandalo mascherine costato milioni di euro all’Italia

Pubblicato il 16/09/2020 12:03 - Aggiornato il 16/09/2020 13:23

Partire di mascherine acquistate con finte fideiussioni nel periodo peggiore della pandemia in Italia, con il lockdown che costringeva in casa le famiglie, e poi vendute agli enti pubblici a prezzi gonfiati, anche cento volte più del valore reale in certi casi. Costringendo così lo Stato a degli esborsi per milioni e milioni di euro. In alcune circostanze, le protezioni erano anche prive di certificazioni. Una volta che la fase più acuta dell’emergenza Covid-19 sembra ormai alle spalle, la Procura di Roma ha così iniziato a muoversi per fare chiarezza su quanto accaduto nei mesi scorsi. Con i magistrati guidati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo che hanno già aperto quattro diversi fascicoli, con una decina di persone indagate per frode in commercio.

Prezzi gonfiati e certificati falsi: lo scandalo mascherine costato milioni di euro all'Italia

Ad anticipare i dettagli delle inchieste è stato il Corriere della Sera, secondo il quale si tratta soltanto del primo passo di un’indagine che mira a verificare anche se all’interno delle amministrazioni (Regione, aziende sanitarie, Protezione civile) ci siano funzionari infedeli che abbiano agevolato aziende in cambio di soldi. Episodi di corruzione, dunque, che potrebbero aver influenzato decisioni sanguinose da un punto di vista economico. Un lavoro svolto anche grazie all’aiuto dell’Agenzia delle Dogane guidata da Marcello Minenna, che ha bloccato numerosi carichi segnalando le irregolarità compiute e consentendo di ricostruire il percorso dalla produzione all’estero sino all’arrivo alla frontiera e poi alla consegna.

Prezzi gonfiati e certificati falsi: lo scandalo mascherine costato milioni di euro all'Italia

I sequestri effettuati forniscono un primo quadro della situazione, tutt’altro che rosea: oltre al blocco di 4 milioni e 800 mila mascherine, nei magazzini sono rimasti 65 mila e 800 dispositivi per la terapia intensiva, oltre 26 milioni di guanti monouso, 216 tute, più di 47 mila occhiali e persino 86 mila confezioni di alcool. Prodotti non conformi alle norme, la maggior parte con una certificazione fasulla. Vere e proprie truffe a danno dello Stato portate avanti nel momento del bisogno, quando era chiaro che le protezioni per il viso potessero trasformarsi in una svolta economica per le aziende e gli intermediari visto che l’Italia, che non ne produceva, doveva ovviare alla carenza di materiale nelle strutture sanitarie.

Prezzi gonfiati e certificati falsi: lo scandalo mascherine costato milioni di euro all'Italia

Mentre alcune società chiedevano al ministero della Salute il via libera per riconvertire la propria attività, altri si concentravano così sui contatti con ditte estere, soprattutto cinesi. E si affidavano a mediatori per riuscire ad aggiudicarsi le forniture. Alcuni sono stati indagati per aver preteso milioni di euro per favorire il contatto che in realtà si è rivelato inesistente. Altri si sarebbero adoperati per far elargire fideiussioni o polizze a garanzia agli enti pubblici che si sono rivelate poi false, come nel caso delle mascherine vendute alla Regione Lazio. A inizio aprile il caso più eclatante: l’arresto di un imprenditore che si era aggiudicato una gara Consip da 253 milioni di euro per 24 milioni di mascherine che dovevano essere consegnate entro tre giorni e che, invece, non esistevano affatto.

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